Neviano e Scurano: pedalate d’autunno in Emilia

Neviano e Scurano, valle dell’Enza tra parmense e reggiano: come è bella la mia terra che sa ancora sorprendermi regalandomi luoghi fuori dal tempo e incontri con persone solari e di rara cortesia.

L’Emilia, agricola e industriale, trafficata all’inverosimile, autostrade, tangenziali e complanari, colonne di auto, città “soffocate” dai gas di scarico…schiodare il sedere dall’auto è movimento alieno, quasi che il camminare ed il pedalare fossero gesti innaturali!
E, poi, l’Emilia dei piccoli centri, delle strade semideserte, dell’arte e dell’architettura “minore” (si fa per dire…), delle persone dai modi cortesi.
La mia terra è così, ti fa arrabbiare, a volte vorresti fuggire, abbandonarla ma, poi, è capace di sorprenderti e di farti “innamorare” nuovamente. E no, non si fugge, si rimane perché tra “innamorati” si discute, si litiga ma non si scappa!

Scurano

la strada verso Scurano

Valle dell’Enza: Neviano degli Arduini – Sasso

Sabato mattina, si sale in sella e si lascia la periferia industriale di Sassuolo; si pedala in direzione della Valle dell’Enza tra reggiano e parmense; finalmente a Traversetolo, dopo 42 km pedalati accanto ad autovetture e camion nonché “ciclisti arroganti”, ci attende una strada benevola poco trafficata e frequentata. Percorsi pochi kilometri si comincia a salire, il traffico veicolare scompare, di ciclisti nemmeno l’ombra eccettuate io e Rosanna. Si pedala circondate dalle dolci colline parmensi e reggiane e, in lontananza, son visibili pure gli appennini. I colori dell’autunno iniziano a tingere le foglie: tra venti giorni sembrerà di pedalare all’interno di un dipinto!

Scurano

verso Neviano degli Arduini

Neviano e Scurano suonano come nomi evocativi, di cavalieri a guardia e difesa di queste terre (ovviamente non è così, consultate Wikipedia e avrete ogni delucidazione del caso), forse perché siamo in terre Matildiche e risuonano gli echi di un medioevo turbolento.
Mentre mi sovvengono queste riflessioni (a me pedalare fa questo effetto: penso, rifletto, immagino e, giunta a casa, scrivo…) transitiamo in località Sasso e notiamo una indicazione per una Pieve Matildica del X – XI secolo. La curiosità è tale che la bici svolta da sola e si dirige, attraverso una stretta stradina, al cospetto di un capolavoro dell’architettura romanica emiliana: la Pieve di Santa Maria Assunta

Scurano

Sasso: Pieve di Santa Maria Assunta

Scurano

Sasso: Pieve di Santa Maria Assunta

Scurano

Sasso: Pieve di Santa Maria Assunta

Ecco perché amo la mia terra, per queste sorprese: arte e storia in mezzo a un bosco. Ed ecco perché amo pedalare da sola o in compagnia di persone che viaggiano sulla mia stessa lunghezza d’onda: per potere sostare al cospetto del bello e potere deviare dal percorso programmato. I tempi, le medie di percorrenza, i QOM non fanno per me, cerco altro quando pedalo.

Scurano

Superato Sasso giungiamo a Scurano, precisamente in località Mercato: un luogo popolato da persone fuori dal tempo! Una piccola piazza, un negozio di generi alimentari, una edicola ed un bar – ristorante. Entrate al bar, con una naturalezza disarmante, le persone presenti si sono fatte immediatamente intorno a noi per sapere da dove arrivavamo e dove eravamo dirette. Non poco stupore ha suscitato il sapere che arrivavamo da Sassuolo, che dista circa 70 km, e che saremmo rientrate da Castelnovo né Monti. Superato lo stupore, pareva che ci conoscessimo da sempre, chi ci consigliava una strada, chi ci descriveva, con dovizia di particolari, la strada che avremmo successivamente percorso, chi ci raccontava aneddoti legati ad altri ciclisti transitati per il luogo. La gentilezza e la cortesia di queste persone era ed è disarmante, come la bellezza delle tre “rezdore” che gestiscono il bar – ristorante (che, poi, secondo me gestiscono pure il paese).

L’ho scritto e detto altre volte, la brava gente se la cerchi la trovi e tra brava gente ci si riconosce subito. E quando arrivi in luoghi come questi in bici o a piedi si suscita, immediatamente, l’impressione di “arrivare in pace” e la disponibilità della brava gente ti si fa immediatamente incontro.

Io amo la mia terra anche per questo, perché non è infrequente imbattersi in luoghi così e in persone aperte e disponibili. Andrebbero dichiarati patrimonio dell’umanità questi posti e le persone che li abitano andrebbero tutelate per i modi con cui si pongono verso gli altri.
Amo la mia terra perché, nonostante tutto, è ancora aperta e accogliente e sa trasmettere questi valori e questi modi.
Ecco perché amo l’Emilia e perché vivo ancora qua, in questa periferia industriale: mi basta salire in sella alla mia bici, percorrere pochi kilometri e ritrovare la vera essenza della mia terra.

Scurano

Scurano

Scurano

Il lago di Scurano

Che, poi, dopo una pedalata e degli incontri così si torna a casa, se non felici, più sereni.

Scurano

la “corridora”

Written, edited and posted by Cinzia Vecchi Cinziainbici

Print Friendly, PDF & Email

5 Replies to “Neviano e Scurano: pedalate d’autunno in Emilia”

  1. Ciao Cinzia anche dalle mie parti, nel molise mi imbatto spesso in persone curiose e gentili lungo le strade che portano ai pesini. Mi dai una spiegazione: perchè “alcuni ciclisti arroganti?” e cosa significa QOM? Grazie e cordiali saluti, nico