Il Giro dell’Oca: cosa fai? Non ci vai?

“Keep Calm and Giro dell’Oca”

Sì perché il tempo per la bici non te lo regala nessuno e non puoi nemmeno rubarlo al lavoro o alla famiglia, e allora come se ne esce? Semplice mettendo a frutto le pause pranzo o, in primavera ed estate, le ore prima del tramonto. Già ma cosa ci fai in un paio d’ore?!?.. e quando son due ore è già tanto.
I“ciclisti seri” si armano di tabelle e, poi, via di ripetute, interval training, fartlek, agilizzazione, progressioni statiche e dinamiche…due ore tiratissime, sfruttate al meglio. Io ci ho provato, ma dopo mezz’ora così mi sono immalinconita.
E allora che si fa? Ovviamente “il giro dell’oca”! Questa è una tipologia di giro che prevede un chilometraggio variabile tra i 40 ed i 60 km, si sviluppa su percorso più o meno circolare, presenta almeno due salitelle aventi tratti con pendenze a doppia cifra e, cosa fondamentale, deve offrire almeno due o tre punti panoramici per scattare un po’ di fotografie. Il Giro dell’Oca è il giro perfetto: pianura, vallonato, salita, fatica e bellezza!

Giro

Levizzano

Giro

Calanchi

La differenza tra chi è dedito al “Giro dell’Oca” e chi alle tabelle la percepisci immediatamente dall’atteggiamento: il primo è un poco trafelato ma quasi sempre sorridente, se incontra un altro ciclista saluta con uno stentoreo “ciao”; il secondo procede concentratissimo, mai scomposto, e con l’occhio sempre rivolto al Polar o al Garmin (numero di pedalate, minuti per ripetuta ecc.), saluta con un lieve cenno della testa. Quando la strada inizia a salire paiono, poi, provenire da due pianeti diversi; sul volto del “giro ochista” (scusate se mi invento le espressioni…) inizia a dipingersi un’espressione, o per meglio dire, una smorfia di fatica e dolore, il respiro assomiglia sempre più allo sbuffo di una locomotiva a vapore, la pedalata è talmente pesante che persino la sua ombra lo sorpassa…eppure, quando arriva in cima alla salita, trova il modo di sorridere, farsi un selfie e scattare una foto al panorama!!

Giro

Fogliano

Giro

Salse di Nirano


Il “tabellista”, al contrario, sale non tradendo alcuna espressione di fatica, la pedalata è più composta che mai, procede spedito, l’occhio è sempre sul Polar o sul Garmin e, giunto al termine della salita, procede immediatamente in discesa senza concedere nulla ai propri occhi.
Son proprio due mondi diversi, ma tant’è la bici è meravigliosa proprio per questo: ognuno la interpreta a suo modo.

Il Giro dell’Oca, mi sia concesso, ti fa respirare: sono quelle due ore di stacco totale, dove ci si trova soli con sé stessi, la bici e la strada.
Esiste, poi, un momento di estraniazione totale, là dove la strada sale e le pendenze si fanno a doppia cifra, il respiro, la tensione muscolare e ogni pensiero è proteso unicamente sul gesto del pedalare: non esiste null’altro!
Sì, la bici fa bene!

Giro

estraniazione

Giro

estraniazione

Voglio ringraziare l’amico e compagno di pedalate (quando il tempo glielo concede) Manuele Maffoni per avere creato la categoria ciclistica del “Giro dell’Oca”, avere coniato l’espressione “Cosa fai? Non ci vai?” e, soprattutto, per avere dimostrato che il poco tempo per pedalare non preclude la possibilità di portare a termine delle vere e proprie imprese ciclistiche: a forza di giri dell’oca si porta a casa anche l’Oetztaler Radmarathon!

Giro

Manuele

A questi link alcuni “Giri dell’Oca” particolamente belli delle nostre zone collinari Giro dell’oca: Via Ossi Campiglio Denzano Giro dell’oca: Puianello Riccò Valle Rocca Santa Maria Fogliano Giro dell’oca: Fogliano Salse Nirano Rocca Santa Maria

Written, edited and posted by Cinzia Vecchi “Cinziainbi”

 

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