Racconti su due ruote – ritorno a San Pellegrino in Alpe

“Quanto manca alla vetta? 
Tu sali e non pensarci!” Friedrich Nietzsche

La strada verso San Pellegrino: Passo delle Radici – Castiglione Garfagnana

San Pellegrino in Alpe

verso il Passo delle Radici

La giornata è di quelle che invitano ad una lunga pedalata: sole pieno, cielo terso, temperatura giusta. Il tempo ideale per solcare le strade dell’appennino. Quante volte siamo partiti con queste condizioni? Tante, e pensiamo di sapere bene cosa ci aspetterà. Ma non è così.
Partiamo poco prima delle h. 6,00 da Sassuolo, il traffico ancora moderato, ci consente di superare agevolmente i primi 27 km di pianura e di arrivare a Cerredolo (RE) ove iniziamo a salire verso il Passo delle Radici.
Richiamo alla memoria le innumerevoli volte in cui ho percorso, in sella alla mia bici, la strada per il passo, quasi sempre di sabato o domenica e, comunque, in piena estate. Chilometro dopo chilometro sale una certa meraviglia, pare quasi una strada diversa, è il silenzio il “rumore” dominante…il rado passaggio di automobili muta il paesaggio e i luoghi. Anzi si presentano per quello che sono, senza interferenze, senza che nulla distolga da loro. Lo sguardo, il pensiero, il corpo, i movimenti diventano un tutt’uno con l’intorno. Non c’è quasi fatica nel salire, solo visioni e immagini, un vano tentativo di associare parole e pensieri cade nel vuoto, non servono: basta pedalare e guardare, anzi vedere.

La “meraviglia” riempie occhi e anima, li sfama e li disseta…ma non altrettanto agisce sul corpo il quale, dopo oltre due ore di pedalata, inizia a reclamare caffè, brioche e coca cola. A Sassatella di Frassinoro sostiamo al bar per la colazione, pochi avventori, qualche operaio di passaggio, atmosfera rilassata, in sintonia con la giornata.
Ristorati e rifocillati ripartiamo alla volta del Passo delle Radici. Ci aspetta il tratto di strada più spettacolare: un balcone sull’appennino, si spazia dall’Abetone alla Val di Luce e, poi, superato l’Imbrancamento, compare anche il monte Cimone. Ma ciò che, ancora un volta, lascia senza parole è la strada, i 2,5 km  che conducono al Passo, solitamente battuti da un intenso traffico di auto e moto: non passa nessuno. Ed è solo il rumore, meglio il suono dell’acqua che scende dalla montagna, del vento che si insinua tra gli alberi e i rami sospingendoli verso il sole.

 

San Pellegrino

verso il Passo delle Radici

Arriviamo al Passo, ci sono solo i baristi, completamente deserto. Una breve sosta, infiliamo la mantellina e iniziamo a scendere in terra di Toscana.

San Pellegrino in Alpe

Passo delle Radici

E sono subito le Alpi Apuane e la macchia mediterranea…si sente il profumo del mare già a 1500 mt di altitudine…a me fa impazzire questa cosa: sono in montagna ma mi sembra di stare al mare!

San Pellegrino in Alpe

Alpi Apuane

Siamo quasi a termine discesa, ci fermiamo a Castiglione della Garfagnana per una foto in piazza, un caffè e una coca cola (a fine giornata avremo perso il conto di quanti ne abbiamo bevuti).

San Pellegrino in Alpe

Castiglione Garfagnana

Qualche kilometro ancora di discesa e arriviamo a Pieve Fosciana…

L’ascesa a San Pellegrino in Alpe

“Non è razionale faticare in salita. Non è ragionevole. Non è assolutamente comodo e confortevole. Ma è nobile farlo. E tanto più nobile è riuscire a vincere la sfida e arrivare in alto…” Riccardo Barlaam – “La Vertigine della Salita”

Ogni anno, da oltre dieci anni a questa parte, mi ritrovo a Pieve Fosciana all’imbocco della strada che conduce a San Pellegrino in Alpe.

San Pellegrino

inizia la salita

Questa è, forse, la salita più dura che vi sia in questo tratto di terra appenninica compreso tra le province di Modena e Lucca. Cosa sia a spingermi qua non l’ho mai avuto chiaro. La prima volta il mettermi alla prova, dimostrare la capacità e la resistenza per le lunghe distante e le salite impegnative. Oppure, in seguito, accompagnare chi non l’aveva mai fatta. Ma adesso, da qualche anno a questa parte, perché sento la necessità di “farmi del male”, di infliggermi questo supplizio? Per capire bene sono necessarie alcune brevi note tecniche. La strada che dal Passo delle Radici conduce a Pieve Fosciana, transitando per Castiglione Garfagnana, ha una lunghezza di 25 km. Se da Pieve Fosciana si sale alle Radici, transitando per San Pellegrino in Alpe la distanza è di soli 15 km! È evidente che questa seconda strada salirà diretta, con pendenze decisamente importanti. Il primo tratto, da Pieve Fosciana a Chiozza, di circa 7 km presenta pendenze che non scendono mai sotto il 10%; da Chiozza si dipartono 5,5 km di difficile interpretazione, a tratti illusori, per divenire un calvario a 2,5 km dall’abitato di San Pellegrino in Alpe. Sono questi 2,5 km, con le loro pendenze oltre il 19-20%, a rendere, alle nostre latitudini, l’ascesa leggendaria, quasi a trasformarla in una entità mitologica, in una divinità pagana!

San Pellegrino

verso San Pellegrino in Alpe

Lo scrivevo lo scorso anno, occorre umiltà e buon senso nell’approcciarsi a questa salita. Altrimenti si rischia di percorrere l’ultimo tratto a piedi, spingendo la bici. Già nel primo tratto si fatica, e si può perdere di lucidità…anziché mettere la catena sul pignone del 30, la si mette sulla corona del 50 rischiando di piantarsi e volare per terra…

E allora perché continuo a venire a qua a caricarmi di fatica? Quale oscuro arcano mi induce a ritrovarmi ai piedi di questa salita ogni anno? Le domande si son presto dissolte, ogni energia, dal primo metro è stata diretta a sostenere la pedalata per giungere a San Pellegrino. No nemmeno il pensiero può essere sviato su qualcosa di diverso che non sia la bici, la pedalata, la strada. Diviene difficoltoso persino guardare il paesaggio…eppure siamo in posti così belli…vedo il famigerato cartello che indica una pendenza del 18%, ci siamo mancano i 2,5 km, i più cattivi…

SanPellegrino

inizia il supplizio

Questa volta, però, saliamo diversamente, decidiamo di fermarci a fare qualche scatto nei punti più panoramici

San Pellegrino in Alpe

verso San Pellegrino in Alpe

e lá dove la strada “si arrampica sugli alberi”, giusto per rendere anche visivamente l’erta che stiamo affrontando.

San Pellegrino in Alpe

la strada si perde tra i rami degli alberi

San Pellegrino in Alpe

si scala un muro!

San Pellegrino in Alpe

…l’espressione dice tutto

Fugge, si getta in mezza agli alberi, e si avvita sin sui rami più alti…dai che ce la facciamo, vedo il Santuario, mancano 150 mt, siamo in piazza, è fatta! Non c’è nessuno, solo Pacetto che fa la spola tra il bar e il ristorante, dai ci sta un’altra coca e un caffè. Dopo la foto di rito ci avviamo verso le Radici, ancora un km di salita poi sarà quasi tutta discesa verso casa.

San Pellegrino in Alpe

finalmente a San Pellegrino in Alpe!

San Pellegrino in Alpe

San Pellegrino in Alpe: per metà in Toscana e per metà in Emilia Romagna

Mentre scendiamo transitano veloci, come flash, alcune riflessioni, risposte alle mie domande.
Allora non avevo azzerato i pensieri mentre salivo. No, la fatica ha fatto il suo “mestiere” mandando in stand by il cervello, pulendolo da inutili scorie, e lasciando entrare nuova linfa.
L’alpinismo, sostiene Erri De Luca (“Sulla traccia di Nives”), ha il valore aggiunto di servire a nulla, è libero dal dovere essere utile, non ha un tornaconto. Ecco anche le salite in bicicletta non servono a nulla, sono un gesto totalmente gratuito. Ma non fine a se stesso perché le facciamo per noi stessi. Si sale da soli, anche se siamo in compagnia, lo sforzo, la fatica è solo di chi pedala. Diventa un esercizio di equilibrio e disciplina, riuscire a dosare le forze per arrivare in vetta. Siamo obbligati ad ascoltarci e ad ascoltare il nostro corpo, a metterlo in relazione con la nostra interiorità. Sì perché se non comunicano non si va da nessuna parte, meno che meno si arriva in vetta. Ci liberiamo dei pesi inutili, solo l’essenziale rimane. E giunti in vetta ci regaliamo la gioia di esserci fatti del bene. Un bene del quale potremo fare buon uso nella vita di tutti i giorni infondendovi quella forza, equilibrio e disciplina sperimentate durante la salita.

Ecco perché tutti gli anni vado a San Pellegrino in Alpe, per ricordarmi di tutto questo…

A questo link il percorso Giro di San Pellegrino

written, edited an posted by Cinzia Vecchi “Cinziainbici”

 

 

 

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