Randonnee Fiumi e Laghi

Prologo

Prima di affrontare ogni randonnee sono solita rileggermi un passo del Canto XV de l’Iliade di Omero relativo a “La Battaglia alle Navi”. In quel frangente i troiani sembrano avere la meglio ed Ettore esorta i suoi guerrieri con queste parole: “Oggi Zeus ci concede un giorno che vale tutti gli altri, conquistare le navi, le navi che contro il volere degli dei vennero qui e ci procurarono tante sventure…”
Sul fronte opposto i danai paiono soccombere, allora, Aiace si rivolge ai suoi spronandoli a resistere: “Danai, guerrieri, scudieri di Ares, siate forti, rammentate il coraggio e l’ardore; credete forse di avere chi vi protegge dietro di voi, o un muro più saldo che ci salvi dalla disfatta? Non c’è, qui vicino, una città fortificata e un altro esercito che ci difenda, siamo nella pianura dei Teucri dalle forti corazze, siamo sulla riva del mare, lontano dalla nostra patria. La salvezza è nelle nostre mani, non è il momento di cedere”.

Queste parole suonano, alle mie orecchie, come una esortazione, un ivito a profondere tutto l’impegno necessario per conseguire il risultato di portare a termine la randonnee: ti è dato un giorno che vale tutti gli altri, ovvero non sprecare l’occasione, coglila e provaci comunque; la salvezza è solo nelle tue mani, ossia fai conto su di te, sulle tue forze, valuta che nessun altro potrà pedalare al tuo posto, non mollare!
Sabato 23 marzo, prima di partire per Verona, ho riletto almeno un paio di volte queste parole, le ho impresse nella mente, praticamente le ho imparate a memoria. Quasi avessi avuto il presentimento che, questa volta più di tutte le altre, mi sarebbero servite. Ma mai avrei immaginato che si sarebbero trasformate in un mantra, costantemente ripetuto per quasi 300 km…

I Magnifici Quattro secondo atto: Randonnee Fiumi e Laghi – Il percorso rosso amore

Ad una prima osservazione della traccia del percorso, 300 km per 1.400 d+, la difficoltà maggiore pare risiedere nel lungo chilometraggio. Ottima l’impressione dal punto di vista paesaggistico, si pedalerà in luoghi incantevoli, attraversando città e paesi ricchi di storia e di notevoli architetture.
Sarà sicuramente un bel viaggio!

Sabato 23 marzo, poco dopo le h. 20,00 partiamo alla volta di Montorio Veronese. Siamo io, Tiziano, Sonia, Leo e Gianni. Arriviamo intorno alle 21,40; nonostante durante la giornata abbia fatto piuttosto caldo, con il calar della sera le temperature si stanno notevolmente abbassando: sarà una notte fredda. Non resta che attrezzarsi a dovere: abbigliamento invernale per la notte, e un cambio estivo nella borsa per il giorno…ci apprestiamo a pedalare un brevetto da 300 km ma le biciclette sono allestite come un 600 km! 

Fiumi e Laghi

Ritirate le carte di viaggio attendiamo l’orario della partenza. Incontriamo tanti amici randagi ma, soprattutto, le amiche randage

Fiumi e Laghi

Antonella, Loretta, Carla, Barbara e Marina, vere “guerriere” del pedale, un palmares olimpionico: Parigi – Brest – Parigi, 1001 Miglia, Alpi4000, Sicilia No Stop, Nord Cape…così, per dire…

Incontriamo Paolo, Marco e Fausto, con cui pedaleremo tutta la randonnee insieme.
Qualche scatto ad immortalare i momenti che precedono la partenza: pura gioia!

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Puntualissimi alle h. 23,00 partiamo, un lungo serpentone di ciclisti “illuminati” e “luccicanti”: impossibile non notarci!
In breve siamo a Verona, sfioriamo l’Arena e l’Adige sulle cui acque si riflettono i raggi della luna.

Usciti dalla città ci immettiamo sulla ciclabile delle risorgive sino a Villafranca. Comprendo subito che non è, poi, così tranquillo e rilassante pedalare sulle ciclabili. I continui cambi di direzione, i rallentamenti dovuti ad ostacoli (paletti, sbarre) e le conseguenti ripartenze non sono proprio un toccasana per le gambe; e oltre a ciò, il vento contrario…
Dopo 77 km siamo a Mantova

Puntualissimi alle h. 23,00 partiamo, un lungo serpentone di ciclisti “illuminati” e “luccicanti”: impossibile non notarci! In breve siamo a Verona, sfioriamo l’Arena e l’Adige sulle cui acque si riflettono i raggi della luna. Usciti dalla città ci immettiamo sulla ciclabile delle risorgive sino a Villafranca. Comprendo subito che non è, poi, così tranquillo e rilassante pedalare sulle ciclabili. I continui cambi di direzione, i rallentamenti dovuti ad ostacoli (paletti, sbarre) e le conseguenti ripartenze non proprio un toccasana per le gambe; e oltre a ciò, il vento contrario… Dopo 77 km siamo a Mantova (foto): sosta caffè, un paio di foto e qualche minuto di sollievo per le gambe.

sosta caffè, un paio di foto e qualche minuto di sollievo per le gambe

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Decidiamo di mantenere una velocità un po’ più bassa per evitare di sfibrare anzitempo gambe e testa.

Ripartiamo per dirigerci a Peschiera del Garda imboccando la ciclabile del Mincio. E qui cominciano i dolori: asfalto alternato a tratti sterrati…la ghiaia non è propriamente il mio terreno di elezione, anzi…rallento, massima attenzione alle buche e ai sassi per evitare forature, perdo il gruppo almeno un paio di volte; occorre aumentare la velocità per ricongiungersi. Così non va; capisco che questa rando è ben più impegnativa di quanto apparisse sulla carta.

Transitiamo da Valeggio sul Mincio, siamo in piena notte, ma sono ben visibili il Ponte Visconteo e Borghetto.
Il Ponte appare sospeso su una leggera nebbiolina, meriterebbe una sosta ed una foto, ma sono staccata dal gruppo; meglio non indugiare oltre e proseguire. Provvidenziale la ruota di Tiziano che detta l’andatura.
Comincio mentalmente a ripetermi le parole de l’Iliade.
Guardo l’ora, le luci dell’aurora non dovrebbero tardare, siamo quasi in vista del lago di Garda.
Puntuale come una mosca fastidiosa arriva pure la crisi di sonno. Le ore della prima mattina sono sempre una sofferenza per me. Scendo dalla bici, faccio due passi a piedi per cercare di restare sveglia e superare questo momentaccio.

Comincia a filtrare nella oscurità la prima luce e mi sovvengono questi versi di Emily Dickinson:
“A tutti è dovuto il mattino
Ad alcuni la notte
A solo pochi eletti
La luce dell’aurora”

E’ proprio vero che è un privilegio che si da a pochi ammirare questo spettacolo…e pensi che ne è valsa proprio la pena viaggiare tutta la notte per cogliere questa luce e questi colori

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E in che altro modo potresti ammirare il lago così?!? Avvolto in queste luci tenui eppure vivide, nel silenzio…e pensi che tra qualche ora sarà tutto un vociare e un andirivieni di persone. Ma ora è solo per noi!
Arriviamo a Bardolino, non prima di avere perso la strada io, Leo e Sonia (per la verità la responsabilità è solo mia che mi ero attardata…), ed avere vagato per un paio di km. Ma la bici è anche perdersi, fisicamente e metaforicamente: perdere la strada e anche un poco sé stessi, attimi di sospensione temporale, dove pare quasi di aggirarsi in un’altra dimensione, al di fuori di ogni realtà. Ma ci pensa il telefono che squilla a riportarti in questo mondo: è Tiziano preoccupato di sapere dove siamo…eh Titti, non lo sappiamo nemmeno noi…In un qualche modo ritroviamo la strada e arriviamo al secondo controllo. Un caffè doppio, un panino e ripartiamo.

Torbole – Lago di Cavedine – Ciclabile del Sarca

Da Bardolino a Torbole la strada è conosciuta, percorsa tante volte in senso contrario.
Pedaliamo controvento, siamo circa a metà strada, l’andatura nervosa della notte si fa sentire. Le gambe non girano, e la testa va dove gli pare, proprio non ne vuole sapere di rimanere lì, concentrata.
Mi aggrappo alle parole di Omero: la salvezza è nelle tue mani, solo io posso pedalare non lo può fare nessun altro al mio posto.

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Ecco Torbole, una breve sosta; le temperature cominciano ad aumentare, tolgo i gambali ed il berrettino di pile.
Abbandoniamo le rive del lago e, tra stradine e ciclabile del Sarca, puntiamo verso Arco, Dro per, infine, giungere a quel gioiello che è il lago di Cavedine

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Ci fermiamo, la fatica per qualche minuto scompare e cede il passo alla meraviglia.
Risaliamo in sella e, prima di giungere a Nago, la vista dall’alto del Lago di Garda ci “costringe” ad una ulteriore sosta

Fiumi e Laghi

Le rando sono anche questo: cogliere i luoghi perché, come scrivevo in un altro post ( Fotografie in bici ), pedalare non è solo una grigia striscia di asfalto che scivola sotto le ruote.

Mori – ciclabile dell’Adige – Torricelle

Arriviamo a Mori ove è posto il terzo ed ultimo controllo. Un caffè e una fetta di strudel: le gambe ormai sono andate e la testa ci è molto vicina…che disastro… se mi abbandona so che difficilmente arriverò in fondo. Omero aiutami! Sento le parole dei tuoi eroi e li vedo darsi battaglia; nessuno vuole cedere e darsi per vinto….nemmeno io!

So che mi aspetta la ciclabile dell’Adige, con la quale “litigai” nel 2016 durante la Verona Resia Verona…ma perché mi sfiancano in tal modo le ciclabili?!?

Riprendiamo a pedalare, ormai non parlo più e nemmeno scatto foto…brutto segno. Eppure ci deve essere qualcosa a cui aggrapparsi. Sì, c’è, ancora una volta la poesia. Mentre mi stacco per l’ennesima volta cominciano a pedalare con me le parole del poeta Andrea Melis “il parolaio”:

Perché tutti vanno via?
Non vanno via. Vanno a
raggiungersi dove son sempre
stati: nei propri sogni”

Vedo i miei Amici allontanarsi…ma no, non si allontanano, vanno verso i loro sogni, beh allora vado pure io…provvidenziale la ruota del Capitano Leo che mi stava aspettando e, con pazienza, mi riporta nel gruppo.
Siamo a Verona, ci attende l’ultima fatica: le Torricelle. “No, ma state tranquilli, è il versante più facile” così ci rassicura un randonneur del luogo. La strada si impenna improvvisamente, il Garmin segna costantemente pendenze a doppia cifra…il versante più facile…come no!
Una veloce discesa, un paio di km e siamo a Montorio. E’ fatta!

Fiumi e Laghi

Scendo dalla bici, siamo arrivati tutti insieme…che belli i miei Amici. Questa volta più di altre sono stati un sostegno fondamentale e straordinario, senza di loro non sarei arrivata.
Gianni mi guarda e mi dice: “Hai il volto trasfigurato”. So che è così, la fatica mi ha tenuto non solo compagnia, ma la sentivo come, se davvero, volesse trasformarmi, cambiarmi.
Forse c’è anche riuscita…certo che da queste esperienze si torna un poco cambiati, sicuramente con una maggiore consapevolezza delle proprie forze e dei propri limiti. E soprattutto degli errori commessi.
Grazie Amici e compagni di viaggio

Ringraziamenti

Un ringraziamento speciale a SportVerona, Giorgio Musseu Murari e Simonetta Bettio. Anche questa volta non vi siete smentiti: percorso spettacolare (seppure impegnativo) e organizzazione ottima.

Dati tecnici

A questo link i dati della Randonnee Fiumi e Laghi 300 km 

Garda Trentino

Per chi ne volesse saperne di più sul Garda Trentino, la ciclabile del Sarca, il lago di Cavedine, consultate il magazine online http://www.bicilive.it/ categoria cicloturismo http://strada.bicilive.it/category/cicloturismo/ dove troverete tutti i post di Michele Malfatti.

Written, edited and posted by Cinzia Vecchi “Cinziainbici”

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11 Replies to “Randonnee Fiumi e Laghi”

  1. Omero,Emily Dickinson, Melis(che non conoscevo);
    Amica mia tu pedali con testa, cuore e se come dici in salita ti fanno male, allora usi anche le gambe. Il tuo blog è qui a testimoniare che lo sport è conoscenza, emozione e poi anche mitocondri e processi energetici. Sei una grande!
    Lunga vita…

  2. Proprio vero quello che hai scritto, e anche questa l’abbiamo superata!!
    Pronti per la prossima avventura.
    Sei stata grande, mai mollare vero?

  3. Visto le tue dotte citazioni, mi ricordo d’avere letto da qualche parte “eran 300, eran giovani e forti e sono morti” mi riferisco ai chilometri mangiati dalle ruote della tua/vostre bici. 😉Complimenti🔝🔝🔝👍