Paris Brest Paris è per sempre!

Paris Brest Paris: un sogno

Ripartiamo dall’ultimo post La Parigi Brest Parigi: un piccolo grande sogno 

Ci siamo lasciati che ero in procinto di partire per Parigi, per realizzare un piccolo grande sogno: partecipare e portare a termine l’Olimpiade dei randonneur, la Paris Brest Paris, 1217 km per 11.000 d+.
Ebbene questo sogno si è realizzato, nonostante gli ostacoli ed i problemi manifestatisi poche settimane prima della partenza.
Ma andiamo con ordine

Il viaggio 

Giovedì 15 agosto partiamo in auto, io e mio marito, alla volta di Parigi. Decidiamo di spezzare il viaggio in due giornate per renderlo meno pesante. Vana speranza. Infatti, avendo l’autovettura alimentata a metano, il viaggio si trasformerà in una sorta di caccia al tesoro, alla ricerca dei distributori di metano. Paese che vai energia alternativa che trovi…il metano per auto non è molto diffuso in Francia, lì, infatti, prediligono l’alimentazione elettrica. Comunque, in una qualche maniera, facendo deviazioni di percorso, riusciamo a trovare il carburante e ad arrivare a La Verriere (20 km da Rambouillet) venerdì 16 agosto.

Venerdì 16 agosto

Siamo alloggiati a La Verriere. Rambouillet è una bellissima location ma ha poca ricettività alberghiera e, così, noi “randagi” siamo sparsi tra i paesi limitrofi.
Non faccio in tempo a scaricare le valige che, un giapponese, vedendo la mia pompa da bici, mi chiede di poterla utilizzare e, in men che non si dica, assisterò alla moltiplicazione del giapponese. Infatti, ordinatamente, almeno 15 giapponesi si mettono in fila per gonfiare le ruote delle loro bici…ok, posso sistemare la mia roba con tutta tranquilità e ripassare tra mezz’ora!!

Recuperata la pompa, decidiamo di fare una visita a Rambouillet per capire come è organizzato il tutto. Ci troviamo con Tiziano e andiamo verso la Bergerie dove, il giorno successivo, ci sarà il controllo bici.

Paris Brest Paris

Incontriamo Gianfranco, Mauro, Annalisa e i ciclisti della Valchiampo. Insomma ci siamo proprio tutti!
Una veloce cena con Carmine, Carla e William e via di corsa a riposare.

Sabato 17 agosto

Sveglia presto per sistemare le ultime cose sulla bici: borse e luci.
Il tempo è pessimo, piove e fa piuttosto freddo.
Alle 10,00, io e Tiziano, ci incamminiamo verso il controllo bici: due ore sotto una pioggia battente e in mezzo al fango! Speriamo che il tempo cambi altrimenti, questa Paris Brest Paris, rischia di trasformarsi in una gara di resistenza al meteo avverso!

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Superato il controllo bici, ritiriamo i documenti di viaggio, la targhetta con chip da applicare alla bici, la maglia e l’anti vento catarifrangente.
Terminate queste operazioni, io e mio marito, rientriamo a La Verriere per la cena. Individuiamo una pizzeria dove incontreremo altri “randagi”: Angela, la nostra Capitana, e Aldo arrivato a Parigi in bici…una passeggiata di salute! Poco prima delle 23,00 vado a dormire, da domani avrò ben poco tempo per riposare.

Domenica 18 agosto

Mi sveglio con il rumore della pioggia battente…mamma mia se non cambia sarà una tragedia! Consulto meteo France, a partire ma mezzogiorno son previste schiarite…speriamo.
Intanto ci rechiamo in auto a Rambouillet per consegnare ai volontari della associazione “Insieme” di Nerviano , che curano il servzio di bag drop, le sacche contenenti i due cambi di abbigliamento. Questo è un servizio davvero comodo e che permette di partire con le bici un poco più leggere. Infatti, a circa un terzo e due terzi del percorso troveremo le sacche così da potere fare una doccia e cambiarci.
Rientriamo in albergo, effettuo un ultimo controllo della bici, mi cambio e, con un comodo trenino, ci rechiamo nuovamente a Rambouillet. Tiziano prepara un pranzo da ciclisti presso il suo camper: pasta e parmigiano reggiano! Verso le 16,00 ci avviamo alle griglie di partenza. Io partirò alle 18,00, Tiziano alle 18,30. Nell’attesa incontriamo Fausto che partirà al mio stesso orario

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e, poi, vedo Chen Chen, l’amico taiwanese con il quale pedalammo qualche km insieme alla 1001 Miglia nel 2016 e, qui, la foto è d’obbligo

Paris Brest Paris

Per scrupolo controllo la mia macchina fotografica digitale: è scarica!! Non è possibile, ho controllato tutto almeno tre volte tranne lei…sembra un destino, la Bretagna non vuole farsi fotografare da me. Già vent’anni fa, durante una vacanza sulle coste bretoni, riuscii nella impresa di esporre al sole e, quindi, bruciare, un intero rullino di fotografie!
Un po’ contrariata riconsegno la macchina fotografica a mio marito…mi accontenterò di rubare qualche immagine con il telefonino…magari è un segno tutto ciò, si vede che devo tornare tra quattro anni…

Stanno chiamando la lettera I, tocca a noi immetterci in griglia. La tensione sale, seguo Fausto; alle 18,01 transitiamo sotto l’arco della partenza e, come per magia, la tensione se ne va. Da ora in poi si pensa solo a pedalare. Decidiamo di mantenere una velocità non elevatissima, mai oltre i 28/29 km/h. Siamo anche abbastanza fortunati, un randagio francese scandisce il ritmo, pedala regolare, stiamo per molti km con lui 

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Improvvisamente si materializza Moreno, Amico randagio che con una battuta, una parola sa darti sempre una carica positiva e una spinta ad andare avanti

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E’ chiaro, da subito, come sarà l’intero percorso: un continuo vallonato, saliscendi e cambi di ritmo, insomma un percorso spaccagambe! Scorrono le distese infinite dei campi, battute costantemente dal vento contrario, così per rendere più impegnativa la pedalata!

I primi 118 km scorrono via veloci, siamo a Mortagne au Perche. Qui è posto un punto di ristoro; io e Fausto ci fermiamo qualche centinaia di metri prima, chiamiamo Tiziano e Lorenzo, sono a pochi km. Li attendiamo sulla strada e, nel frattempo, ci beviamo una Coca. Eccoli, arrivano. Sono da poco passate le 23,00 inizia a far freddo, meglio coprirsi: maglia intima di lana a manica lunga, giacca da mezza stagione e antivento in Gore, oltre ai guanti da mezza stagione. Troppo pesante?!? No, non avanza proprio nulla. Ci dirigiamo al punto di ristoro: un panino e un caffè (o meglio, una bevanda che a fatica tenta di assomigliarli).
I punti di ristoro sono vere e proprie mense, con annesso dormitorio e docce, attrezzate per accogliere migliaia di randonneur; occorre avere pazienza, mettersi in fila e attendere il proprio turno. Siamo in tanti; però, devo dire che le attese non sono nemmeno infinite. Si vede che è una organizzazione rodata ed attrezzata per gestire un evento di portata internazionale. 

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Risaliamo in sella, la Paris Brest Paris è lunga, meglio non indugiare troppo. Ci attende una lunga notte in sella. Forse stiamo andando un po’ troppo veloci, magari 2/3 km/h in più della velocità che ho effettivamente nelle gambe, non ci do molto peso, le gambe girano bene…errore che pagherò il giorno successivo.
Mano a mano che attraversiamo i paesi di Bretagna mi rendo conto di cosa sia la Paris Brest Paris per questa regione: una grande festa. Gente in strada ad applaudirci e ad incitarci, ristori improvvisati dai bretoni con acqua, bevande, cibo, tutto offerto senza volere nulla in cambio. Sono le 3,30 della mattina vedo un ragazzino davanti alla propria casa, con un sorriso dolcissimo, che ci applaude ed ha predisposto un rifornimento di acqua. Sono meravigliosi i bretoni.

Lunedì 19 agosto

Sono le 2,15 della mattina, ci fermiamo ad un ristoro improvvisato per una tazza di caffè caldo.

Paris Brest Paris

Proseguiamo verso Villaines la Juhel, ove è posto il primo punto di controllo: arriviamo alle 4,52. Mangiamo e ripartiamo per Fougers dove arriveremo alle 10,13;

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intanto la Bretagna si sveglia, per la verità non è mai andata a dormire, le persona lungo le strade aumentano, al passaggio delle nostre maglie azzurre spesso sentiamo gridarci: “Alles l’Italie”. I bimbi a lato strada che allungano le mani per battere il cinque. Pare poco ma son gesti che ti danno forza e coraggio per proseguire…siamo persone comuni che impiegano il proprio tempo libero per preparare queste cose, utilizzano le loro ferie e, per una inspiegabile ragione, diventiamo i loro beniamini!

Lasciato il controllo di Fougers ci dirigiamo verso Tinteniac, riesco a rubare qualche scatto durante il tragitto

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e ci scappa pure l’incontro con il nostro Presidente Luca Bonechi a bordo della sua spaziale velomobile 

Paris Brest Paris

Alla 14,23 siamo al controllo, i km percorsi son già 360, comincia farsi sentire un poco di stanchezza e, soprattutto, la mancanza di sonno.  Qui prolunghiamo la sosta, forse troppo, per pranzare e riposarci un poco.

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Fausto e Lorenzo hanno una stanza prenotata a San Nicolas du Pelem, al km 488, ci propongono di dividerla con loro. Io capisco che ho bisogno di fermarmi prima, il ritmo un po’ troppo sostenuto per le mie gambe sta presentando il conto…
Risaliamo in sella, prossima tappa Quedillac al km 386 ove è presente il servzio bag drop…doccia, cambio…pare quasi di rinascere. Da qui proseguiamo io e Tiziano.

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Arriviamo a Loudeac alle 21,21, decidiamo di fermarci a dormire qualche ora…in realtà ascoltiamo gli altri russare…nemmeno i tappi per le orecchie riescono ad isolarmi dal rumore di fondo dei russamenti, dormo poco meno di un’ora e mezza.

Martedì 20 agosto

Intorno alle h. 1,00 della mattina ripartiamo, passiamo per St. Martin de Pres, dove cuociono carne alla griglia sul sagrato della chiesa

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e verso le h. 3,30 siamo San Nicolas du Pelem…controllo segreto, per fortuna ci siamo fermati, era segnalato solo come punto di accoglienza…ne approfittiamo per fare colazione ed intavolare una chiacchierata con un asiatico…ancora adesso mi sto chiedendo cosa ci siamo detti

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Alle h. 5,35 timbriamo al controllo di Carhaix. La prossima meta è Brest, esattamente a metà percorso, ma soprattutto, il mio primo obbiettivo: arrivare in bici sull’oceano!
Tappa difficile, i saliscendi si fanno più ostici, soprattutto per la lunghezza dei tratti a salire…la salita che precede Brest non finisce più, sembra sempre di essere arrivati e, invece, rilancia…ma dove diamine stiamo andando?!? Accidenti, non ci sono montagne da scalare né da girarci intorno, solo colline la cui massima altezza è di 350 mt…sembra una presa in giro, già siamo stanchi e stiamo soffrendo e ci si mette pure la strada a sbeffeggiarci…ma dai!!
Forza ci siamo! Bene, adesso veloce discesa e siamo a Brest! No, guardo il Garmin e la carta di viaggio, mancano ancora 30 km, sempre di sali scendi…comincio a vacillare, vorrei urlare, mi trattengo…dai Cinzia, son vent’anni che aspetti di arrivare a Brest, in bici, sulle rive dell’Oceano, tieni i cavali a freno, stringi i denti, ormai ci sei!

Vediamo il ponte di Brest, un sogno…l’oceano! Una sosta ci sta…siamo stanchi, io son davvero provata ma felice di essere qui,

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due scatti e via verso il punto di controllo…ovviamente posizionato in salita e dove ci si arriva dopo un bel “giro dell’oca”…mi esce il fumo dal naso!! Alle 10,17 timbriamo, siamo a metà, inizia in viaggio di ritorno.

Già ad un punto di controllo prima di Brest, non ricordo quale perché il livello di stanchezza e suonaggine era già piuttosto elevato, incontro Ivan Folli I Diari della Bicicletta, amico virtuale su Facebook e Twitter (per la verità ci eravamo già incontrati al 600 di Verona). Il quale è in grado di trasmettermi un poco della sua calma serafica; facciamo due conti sui tempi e mi rassicura che siamo perfettamente in tabella per non bucare nessun cancello e per arrivare nelle 90 ore. Questi incontri si susseguiranno per diversi punti di controllo, tanto che ad uno di questi mi dice che inizia ad associare i nostri incontri ai momenti di riposo…in effetti è stato così, vedere Ivan era il segnale di un momento di tregua.

La stanchezza a metà percorso era perfettamente disegnata sui nostri volti 

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Devo dire che il pensiero di rifare tutta la strada sino a Rambouillet mi ha fatto barcollare per un attimo: ancora 600 km…ce la farò?!?
Le ginocchia cominciavano a dolere, facevo sempre più fatica a stare seduta sulla sella…però, non mi ha mai sfiorata l’idea di mollare tutto.
Ripartiamo da Brest, ci aspettano le tappe più impegnative. Avanti, non si molla! Passiamo i controlli di Carhaix, San Nicolas du Pelem e Loudeac. Al km 843 siamo a Quedillac, poco dopo le 23,00, recuperiamo le nostre sacche a Casa Italia. Doccia e qualche ora di sonno. La stanchezza è così tanta che crollo sul materasso incurante del russare degli altri. 

Mercoledì 21 agosto

Sono da poco passate le h. 4,30, ci alziamo, una veloce colazione, sistemiamo le bici e ci apprestiamo a ripartire; mentre preparo la bici ho un incontro/scontro, nel senso che proprio ci urtiamo, con Mirko Boschetti simpaticissimo randagio romagnolo che mi dice: “son poi belle queste pataccate!” Mitico Mirko, abbiamo trovato il modo di ridere in un momento che, io, non sapevo neanche dove fossi e dove dovessi andare!

Alle h. 6,56 siamo al controllo di Tienteniac e alle h. 10,17 di nuovo a Fougers, e qui incontro il Capitano Leone, che mi dice che siamo messi benissimo, ce la possiamo fare tranquillamente. In effetti do un’occhiata al mio cronoprogramma

Paris Brest Paris

e vedo che siamo, più o meno, nei tempi che avevo calcolato.

Riprendiamo la nostra marcia, risalire in bici dopo le soste diventa sempre più difficoltoso, le ginocchia fanno sempre più fatica a piegarsi, sedersi sulla sella provoca un dolore insopportabile alle ossa ischiatiche, non c’è crema sottosella che tenga…alle h. 12,21 ci fermiamo a La Tanniere, ove il Sig. Poul Rogue offre crepes in cambio di una cartolina. Infatti ci lascia il suo indirizzo pregandoci di inviargli una cartolina che, fra quattro anni, troveremo esposta dinanzi alla sua casa

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Al km 1021 il momento più emozionante, da pelle d’oca. Ripassiamo dal controllo di Villaines la Juhel: sembra l’arrivo di una tappa del tour: arco dell’arrivo, passaggio tra due ali di folla plaudenti. Mi chiedo per chi sia tutto ciò, mi rispondono che è per noi, perché ce lo meritiamo; per il coraggio che abbiamo nell’affrontare tutto ciò! E’ commovente, mai mi sarei aspettata una cosa così, un riconoscimento tributato a tanti sconosciuti ciclisti della domenica, quasi fossimo dei professionisti.

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Mancanlo 200 km a Parigi…vuoi la stanchezza, vuoi che si perde di lucidità, ansia e nervosismo cominciano ad avere il sopravvento. Io sono abbastanza convinta che ce la faremo, anche senza aumentare il ritmo e la media…dopo 1021 km si fa assai fatica, a mio parere bisogna limitare i danni e cercare di arrivare sani e salvi.

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Comunque alle h. 22,05 siamo a Mortagne au perche, in anticipo sui tempi da me calcolati. Siamo di nuovo in linea con il mio crono programma. Una veloce cena e si riparte. E questa sarà la notte più faticosa ed assurda che abbia mai trascorsa nella mia carriera randagia. Siamo tutti sfiniti, si vedono scene surreali , bici abbandonate a lato strada e ciclisti avvolti nei teli di alluminio che cercano di dormire, qualcuno dentro a un fosso, sdraiati sui marciapiedi…ormai abbiamo raggiunto tutti il limite eppure riusciamo ad andare oltre, è troppo grande il sogno che inseguiamo per lasciarcelo sfuggire. Come ha scritto Ivan Folli “siamo preda di una irragionevole follia” che ci spinge ad andare oltre. Vedo gente pedalare con i sandali, addirittura con le infradito…

Giovedì 22 agosto

Io sono Stremata, il sonno incombente, la vista ormai annebbiata, non ho più punti di riferimenti, il passo rallentato in salita…confesso che almeno per un paio di volte ho avuto la tentazione di proseguire da sola anche per non rallentare Tiziano. Poi, facendo mente locale, capisco che di tempo ne abbiamo a sufficienza per arrivare in orario all’ultimo controllo e per terminare entro le 90 ore….Alle h. 4,31 siamo al controllo di Dreux, ci separano poco meno di 60 km al traguardo, ce la possiamo fare…e, infatti, svaniscono ansie, timori e nervosismo. Qui incontriamo Claudio, che proseguirà con noi.

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Io di questi ultimi km ricordo poco o nulla sino al sorgere del sole…mi pareva di essere in trance, di essere spettatrice di un film i cui protagonisti erano altri, ero lì ma anche altrove, ho dovuto resistere ai colpi di sonno scendendo almeno un paio di volte dalla bici per fare due passi. E tale era lo spaesamento che, ad un certo punto, ci siamo persi di vista…io credevo che Claudio e Tiziano fossero davanti, loro credevano fossi davanti io… aspetta, rallenta, niente non riusciamo a trovarci.
Finalmente l’alba

Paris Brest Paris

e, improvvisamente, le temperature si abbassano; imbocco il vialone che conduce a Rambouillet e la temperatura crolla a tre gradi…mi fermo per chiamare Tiziano, il telefono è scarico. Proseguo, arrivo al traguardo, quasi non me ne rendo conto…consegno la carta di viaggio, ritiro la medaglia, foto di rito

Paris Brest Paris

e finalmente a tavola di ritrovo Tiziano e Claudio. Adesso possiamo ridere di gusto, e cercare di capire come diamine abbiamo fatto  a perderci…e non l’abbiamo mica ancora capito.

Paris Brest Paris

Incontro Rosy e Franco, e ci scappa uno dei nostri abbracci randagi, di quelli che scaldano anima e cuore; e poi Angela Perin, l’immensa Angela che infila un’impresa ciclistica dietro l’altra; e, infine, vedo l’arrivo del Capitano Pino e lo sento che mi dice: ”Brava Cinzia che ce l’hai fatta!”. 

Con calma rientriamo in albergo, qualche ora di sonno è quello che vuole. A metà pomeriggio usciamo per far due passi e, non so come, cado: mignolo destro dolorante. Mi reco al Pronto Soccorso di Rambouillet, pare una stupidaggine, una piccola frattura ad una falange del mignolo della mano destra. Mi bloccano il dito con una leggera steccatura.
Dopodiché si va a cena, incontriamo Paolo, Marina e Giovanni, Nadia ed Enzo…bella la famiglia dei randagi! E siamo tutti concordi nel dire che questa Paris Brest Paris è stata durissima.

L’indomani si riparte. Arrivati a Modena, per scrupolo, ci rechiamo al Pronto Soccorso: verdetto inequivocabile, frattura scomposta e gesso per un mese. Mi arrabbio?!? No, non servirebbe, piuttosto lo vedo come un segnale che il mio corpo mi ha voluto mandare: “mi vorrei riposare e, visto , che da sola non ci arrivi a capirlo te lo faccio capire io…vedi che con una mano ingessata un mese di tregua me lo dai!!”

Paris Brest Paris

Cosa rimane di questa Paris Brest Paris 

Sono mille i pensieri che si addensano e che fatico a riordinare.
Provo a mettere in fila gli errori, le cose che si potevano evitare, le eventuali sottovalutazioni…non so se sia esercizio utile, anche, perché, a posteriori, le cose son sempre più chiare, ma non le cambi. Più ci penso e più mi convinco che meglio di così non potevo fare e non poteva andare. 

La Paris Brest Paris l’ho sicuramente patita più di altre over mille, il percorso a me non congeniale e le condizioni climatiche hanno messo a dura prova la mia resistenza.

E, poi, è stata una sfida verso me stessa: la prima over mille pedalata senza la mia squadra. Sinceramente non sapevo se sarei stata all’altezza e sarei stata in grado di superarla.
Adesso, a diversi giorni giorni di distanza, posso affermare che ce l’ho fatta. La mia squadra non era fisicamente presente ma ciò che ho imparato, durante questi quattro anni, è stato con me dall’inizio alla fine di questi 1217 km: le parole, i consigli, il conforto nei momenti di scoramento…quel limite che mi sono sempre posta, di non riuscire a fare determinate cose se non con la presenza e l’appoggio di altri, son riuscita a valicarlo. Sì, è vero, non sono quasi mai stata sola durante la PBP ma ho capito che la forza per affrontarle da sola, le randonnee, ce l’ho.

E, poi, Tiziano, una certezza! E’ vero avevamo pedalato tutti i brevetti di qualificazione insieme ma un over mille è qualcosa di diverso, sono giornate intere, 24 ore su 24, trascorse insieme…o tanto bene o tanto male. ed è andata oltremodo bene , certo ci sono stati momenti di tensione, nervosismo e qualche incomprensione (e come non potrebbero esserci durante 1217 km?!?) superati, però, brillantemente…che se riesci a sederti davanti ad una buona birra e riderci su si sistema tutto. E, comunque, la prossima volta dormiamo qualche ora in più…siamo stati troppo frettolosi…

Il calore della gente di Bretagna, che mi porterò sempre nel cuore, con i loro “bon courage” e “bon route” e gli applausi al nostro passaggio, i clacson suonati dagli automobilisti per incitarci, il caffè, le crepes, l’acqua, le bibite offerte senza volere nulla in cambio, la gioia dei bambini e quel grido che mi ha fatto sentire orgogliosa della mia maglia azzurra: “Alles l’Italie!”.
Il mondo intero che pedalava sulle strade di Bretagna, Stati Uniti, Australia, Corea, Giappone, Indonesia, Russia, Spagna, Germania ecc… ma quanto unisce questo mezzo?!?…anche se non ti capisci a parole lo stesso riesci a comprenderti.

Il supporto e l’aiuto reciproco, che non sono mai un perdere tempo ma sono un valore aggiunto che rendono questa disciplina unica.
E’ stata una prova sfiancante e sfibrante, ma che mi ha permesso di trovare risorse che nemmeno sapevo di avere. Perché, come ho scritto altre volte, le randonnee sono viaggi di scoperta anche e, soprattutto, dentro sé stessi.

Voglio ringraziare Giuliano Serventini Randonnee Per Caso per le parole che ci ha dedicato sul gruppo facebook  della Nazionale Italiana Randonneur: “Vi ho seguito. Vi ho pensato e ammirato. Ho letto che è stata dura…ma credo anche ricca di tante soddisfazioni. Bravi! Non mi piace e non ci tengo a guardare i tempi di percorrenza…mi piace molto di più leggere e guardare i vostri volti mentre pedalate e vi gustate (nella fatica e nella gioia) ogni singolo km. Le immagini più belle sono quelle del vostro arrivo, dei vostri sorrisi con occhi quasi increduli. Bravi tutti…bravo chi è partito, chi ha pedalato, chi ci ha creduto chi per mille motivi si è dovuto fermare. Complimenti siete stati dei grandi!!!” Grazie Giuliano, la sintesi perfetta dello spirito randagio!.

Le parole del poeta Andrea Melis hanno risuonato nella mia testa durante tutta la Paris Brest Paris:
Tra i tanti viaggi della vita
quello che più mi ha cambiato
è stato il viaggio per tornare
al punto di partenza,
per ricominciare
proprio lì dove avevo sbagliato”
Questi quattro anni di randonnee sono stati un lungo viaggio che si è chiuso con la Paris Brest Paris e che mi ha ricondotta a casa, al punto di partenza. Sbagli ed errori ne ho commessi sicuramente tanti, e ancora ne farò. Ma l’errore più grande, adesso, l’ho ben chiaro e presente: sottovalutarmi, pensare di non avere la forza e le risorse per fare determinate cose. Ed è da qui che posso e devo ricominciare. L’importanza della Paris Brest Paris, per me, sta anche in questo!

E, ancora, il sostegno degli Amici da casa; non ho quasi mai accesso il cellulare, ma ero certa dei messaggi di incoraggiamento e di sostegno…l’ultima notte ho voluto collegarmi per un momento ed eravate davvero in tanti: una parola, una faccina, un cuore. Mi avete stupito e dato un motivo in più per continuare e resistere. Whatsapp Twitter Facebook Instagram: ho cercato di ringraziarvi tutti e se mi fosse sfuggito qualcuno me ne scuso. 

E, poi, i messaggi inaspettati; la telefonata con Leonardo, account Instagram @velodimanche Velodimanche, appassionato cicloturista viaggiatore che mi ha seguito per tutta la rando. 

Un grande ringraziamento ad ARI: eravamo la nazionale più bella, riconosciuti da tutti, applauditi ed incitati. Decisivo il servizio bagdrop che ci ha reso un poco meno complicata la randonnee. Una menzione  speciale a Mino Repossini per la disponibilità dimostrata nel rispondere, in maniera sollecita e puntuale, ad ogni richiesta; e, ovviamente, al Presidente Luca Bonechi.
Grazie alla Capitana Angela Zizza, unica donna in Italia ad avere portato a termine consecutivamente cinque Paris Brest Paris (e non è mica Capitana per nulla…),  per il sostegno, i consigli e per avere dissipato una serie di dubbi in ordine agli orari dei controlli; e grazie al Capitano Pino che, pur avendolo incontrato solo due volte, son sicura abbia “ruggito” per tutti i 1217 km della PBP!
Grazie a tutti i randagi e le randage che ho incontrato lungo la strada, Antonella, Nadia, Enzo, Oscar, Mirko, Barbara, Mino, Paolo, Graziano, Giovanna, Ciro, Stefano, Giuseppe e tutti gli altri di cui non ricordo i nomi: una parola, una battuta, un sorriso, tutte cose che hanno aiutato a rendere la strada più lieve.

E Grazie al “mito” Eros per avere coniato l’hastag #PBPE’PERSEMPRE! 

Da ultimo, ma certo non per importanza, vorrei ringraziare Mirko Malavasi Facebike Nonantola, il mio meccanico di fiducia, per  avermi preparato la bici a dovere: non mi ha dato alcun problema! 
E la Nuova Corti di Sassuolo, nella persona di Luca Malmusi, per avermi aiutato a reperire gli ultimi oggetti e capi di abbigliamento mancanti nei giorni a ridosso di Ferragosto. 
Anche con il Vostro contributo ho portato a termine questa Paris Brest Paris!

Un immenso, enorme grazie a mio marito Paolo per avermi sostenuta e sopportata durante questi mesi di preparazione alla PBP: grazie Cippo!

E grazie a Michela, moglie di Tiziano, per il sostegno e per avermi ospitata a pranzo, in camper, il giorno della partenza.

E, ancora, grazie a Fausto e Lorenzo con i quali abbiamo condiviso i primi 400 km della PBP: è sempre un gran bel pedalare insieme a voi!

*******************

La PBP non sarà la randonnee più bella del mondo ma l’atmosfera che si respira, le migliaia di partecipanti che, lì, si danno appuntamento ogni anno, la rendono sicuramente unica. Quindi? Quindi, mi sa che tra quattro anni ci riproverò!

Dati tecnici: a questo link la mia PBP

Paris Brest Paris

In queste due foto la carta di viaggio con i singoli passaggi ai punti di controllo

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Le foto pubblicate sono state scattate da me, Tiziano e Moreno.

Written, edited and posted by Cinzia Vecchi “Cinziainbici”

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19 risposte a “Paris Brest Paris è per sempre!”

  1. Devo confessarti che ho malignato che il gesso alla mano fosse una scusa, come si faceva a scuola,per non fare il compito di greco. La frattura c’è e quindi lode a te che pur con una sola mano hai scritto questo emozionato ed emozionante racconto. L’ impresa sportiva cosa vuoi che sia..sono solo 1217 km..bazzecole.
    Mi rifiuto di scrivere le solite cose: che sei una grande e che fai sembrare tutto come fatto per caso e non per bravura..poi sei una empatica naturale, che in un mondo di sbarre alle finestre e porte chiuse , fa bene all’anima dei tuoi amici e di chi ti conosce..non scrivo ad maiora perché se no chissà che impresa ti metti in testa..

    • Le sbarre e le porte chiuse non sono compatibili con me e la bici! Quindi porte e finestre aperte e via a pedalare….appena la mano si rimette a posto 😉 grazie per le tue parole Alfio 😊

  2. Sei stata molto brava Cinzia ! La tua passione per la bici, è la mia passione ! Tornerò solo grazie a te ! #PBPÈPERSEMPRE . . . Un abbraccio !! TVMMB😘

  3. Bravissima, Cinzia!!!! Leggendo il tuo resoconto mi ricordo alla mia prima esperienza distanza lunga … 2015 alla PBP … 3 ore di sonno in 4 giorni … arrivata dopo 87ore ho detto “mai, mai piú …! E poi … 2016 1001Miglia, poi LEL e MGM … non dire mai “mai piú! ahhhaaaahaaa
    Buon recupero! E spero che tuo mignolo é di nuovo guarito …
    Alla prossima! Gabi

  4. Brava Cinzia mentre leggo mi pare di pedalare lungo il percorso e mi scendono delle lacrime. Grazie Cinzia ciao

  5. WOW! Che bella avventura, che bel racconto! Sono contenta di aver scoperto il tuo blog, ti seguirò nelle tue prossime avventure (dopo il meritato e forzato riposo :-)). Complimenti per il risultato!

  6. Che bello leggere quello che scrivi … e vivere di nuovo questi giorni …
    Sono una donna francese, probabilmente ci siamo viste sulle strade. Sono arrivata in Brest 3 minuti prima di te (partenza alle 19:30) ; Sei stata molto piu veloce al ritorno, ho incontrato alcuni problemi con la bici . Sono arrivata a Dreux al’alba … gelata (sono contenta di vedere che la temperatura era di 3 gradi 😀 ) !!!! Ho dormito un po e mangiato a Dreux… arrivata finalmente alle 10h53
    Mi piace quando raconti tutto quello che hai visto l’ultima notte . A Longny au Perche, ho dovuto dormire dieci minuti nella stanza della banca automatica. C’era un ragazzo seduto, aveva gli occhi aperti, ma non vedeva niente .Era proprio strano 🙂

    • Grazie Brigitte 😉 credo proprio che ci siamo viste; ho guardato ora il tuo blog ed ho riconosciuto la tua bici. Per me era la prima Parigi Brest Parigi e non sapevo bene come affrontarla. Ho dormito pochissimo e ho cercato di perdere il meno tempo possibile ai punti di controllo. L’ultima notte non capivo più niente e non sapevo nemmeno dove mi trovavo. Son felicissima di avere partecipato e spero di esserci anche nel 2023! Ciao e grazie di tutto 😊

  7. Pingback: Parigi Brest Parigi 2019 – Spirito Randagio