La randagiata delle quattro regioni

Non conta la meta ma i compagni di viaggio e tutto ciò che incontriamo strada facendo…pedaliamo così, come sospesi in una magia, e il traguardo siamo noi! 

Quattro giorni, quattro regioni, una randagiata di 876 km 

 

La formazione

Come dice un noto detto “squadra che vince non si cambia”! E così, dopo la randagiata a Firenze del 11/12 luglio (Un treno di maglie tricolori), ci siamo rimessi in viaggio: io, Carla, Marina, Giovanni, Carmine, Paolo e Tiziano.

randagiataPraticamente abbiamo raddoppiato i km e le regioni attraversate.
Questa volta il percorso è stato tracciato da Carla, in un giusto mix di salite, pianura, vallonato. Dislivelli mai eccessivi, ma equilibrati per permetterci di goderci appieno il viaggio nel cuore dell’Italia, tra appennino, colline, mare e pianura.

Sabato 15 agosto: Modena – Lajatico

 

È il giorno di ferragosto e, anziché, organizzare la classica grigliata pic nic, noi ci mettiamo in viaggio.
Alle h. 6,30 il primo colpo di pedale. Le strade sono pressoché deserte, in breve raggiungiamo Vignola da dove percorreremo tutta la fondovalle Panaro. E, qui, iniziano  le sorprese. Una prima auto ci affianca suonando il clacson: è Paolo Belli! Si ferma a lato strada per salutarci ed incitarci. 
Poco dopo, da un’altra auto, sento scandire il mio nome: è Simona che ci augura un buon viaggio! Le premesse per una “buona randagiata” ci sono tutte.
Giunti al termine della fondovalle, una breve sosta per rifornimento acqua,
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e affrontiamo la salita verso Vidiciatico. È una bella strada, pedalabile, di quelle che ti lasciano godere del panorama costellato dalle vette appenniniche. Dopo circa 12 km scolliniamo e mi avvedo del cartello “Valico Masera”, non so quante volte son passata da lì ed è la prima volta che lo noto…si scoprono sempre cose nuove…

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Scendiamo velocemente verso Silla e Porretta Terme, un veloce caffè e imbocchiamo la strada che collega l’alta valle del Reno alla Toscana. Senza particolari difficoltà valichiamo il confine regionale. Alle Piastre non può mancare la sosta alla celebre fontana Campari

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Una veloce picchiata e siamo a Pistoia, il caldo inizia a farsi sentire, oltrepassiamo la città e proseguiamo verso Monsummano Terme, Pracchia e Pontedera. Un paio di soste al bar per rifornirci di acqua fresca, il consueto scambio di battute con gli avventori seduti ai tavolini incuriositi da noi e dalle nostre bici cariche di borse. 
Poco prima delle 18,00 siamo a Lajatico (Pi)

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all’Agriturismo Il Colle dove si conclude la prima tappa dopo 209 km.
Onoriamo il ferragosto con una lauta cena: tagliolini, mezze maniche, grigliata mista e cinghiale…insomma, anche oggi ci mettiamo a dieta domani! D’altro canto, come dice il proverbio, “sacco vuoto non sta in piedi”, quindi, se vuoi pedalare per tanti km devi rifornirti di una buona benzina!

Domenica 16 agosto: Lajatico – Ponte San Giovanni

 

Ripartiamo da Lajatico di buon’ora ; ci aspettano la Val d’Elsa e la Val di Chiana con le tipiche temperature estive dell’entroterra toscano, dove è possibile andare a fuoco per autocombustione!
La giornata si presenta al meglio con il sole che sbuca dalle colline ad illuminare la nostra strada  e i nostri volti: la bici, il sole e una buona compagnia fanno miracoli, la fatica passa in secondo piano, solo sorrisi e bellezza.

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Affrontiamo la prima asperità di giornata (per la verità sarà tutta una asperità…), l’ascesa a San Gimignano e, mentre pedaliamo, si palesa il primo incontro di giornata. Un’auto procede in senso contrario, rallenta e ci chiama: è Mauro Posarelli! Il pensiero corre a quattro anni fa, la 1001 Miglia del 2016, dove Mauro era ad accoglierci al controlli di Staffoli – Le Cerbaie. 
Già, oggi 16 agosto, avrebbe dovuto prendere il via la 1001 Miglia edizione 2020. Purtroppo l’evento, come tanti altri, è stato annullato causa emergenza sanitaria. 
A modo nostro, quasi inconsapevolmente, ci ritroviamo a rendere omaggio a questa randonnee – monumento pedalandone un pezzetto in autogestione.

Intorno alle 8,00 arriviamo a San Gimignano; complice l’orario il borgo è quasi tutto per noi e una sosta caffè ci sta proprio bene 

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Riprendiamo a pedalare, oltrepassiamo Poggibonsi, e, in breve, ci ritroviamo al cospetto di Monteriggioni con la sua inconfondibile cerchia di torri

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Poco oltre sentiamo una voce che scandisce il mio nome, ma chi è? Aurora! Che sorpresa, anche lei impegnata in una randagiata autogestita…i “randagi” non li fermi, si inventano i viaggi e le randonnee

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Proseguiamo insieme sino a Siena dove, in Piazza del Campo, incontriamo l’Amica e randagia doc Antonella: bici o non bici, il modo di incontrarci lo troviamo sempre, e non sono mai incontri banali e, anche se di pochi minuti, lasciano il segno e li conserviamo con cura e attenzione.

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Quattro anni fa, arrivammo a Siena in piena notte, oggi ce la gustiamo alla luce del sole ma anche con un po’ di amarezza. In condizioni “normali” non saremmo nemmeno riusciti ad avvicinarci a Piazza del Campo, già perché il 16 agosto si tiene il tradizionale Palio dell’Assunta…ma questa è un’estate particolare dove anche il Palio si è dovuto fermare.

Salutiamo Antonella e Aurora. Non possiamo indugiare troppo, la nostra meta di giornata, Ponte San Giovanni, dista ancora diversi km.
Le temperature, ora, sono decisamente bollenti, oscillano tra i 35° ed i 38°, e si sentono tutti sulle strade della Val di Chiana  qui trovare un’ombra è come cercare un ago in un pagliaio.

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Oltrepassiamo Monte San Savino, Castiglion Fiorentino con il Castello di Montecchio Vesponi, Cortona  e, con due colpi di pedale, siamo in Umbria: Tuoro sul Trasimeno con le sue colline ricoperte di ulivi e il lago 

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A Passignano sul Trasimeno urge una sosta gelato e acqua fresca per abbassare la temperatura!
Ormai manca poco a Ponte San Giovanni, dove arriviamo intorno alle h. 19,00.
Una doccia rinfrescante e, via, alla ricerca di un ristorante…è quasi tutto chiuso, rischiamo il digiuno…ma un cinese aperto lo trovi sempre e, così, reintegriamo a base di riso alla cantonese 

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Lunedì 17 agosto: Ponte San Giovanni – Senigallia

 

Alle h. 6,30 siamo in strada; anche oggi sarà un itinerario ricco di borghi e paesaggi.
Il primo spettacolo ce lo offre l’alba

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Poco dopo le h. 7,00 siamo a Santa Maria degli Angeli dove ci attende la simpaticissima e vulcanica Laura Fratini, amica ciclista sin dai primi anni 2000 quando frequentavamo le granfondo.

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Laura ci accompagna per un bel tratto di strada, da Assisi alla sua Foligno,

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dove ci presenta praticamente a tutti i passanti, e per un bel tratto della salita che conduce al valico di Colfiorito.

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Ed è proprio su questa salita che abbiamo toccato con mano l’ospitalità umbra: fermi ad una fontana, una conoscente di Laura è uscita in strada portandoci il caffè!
E’ così, lo scrissi già alcuni fa, quando arrivi in un luogo in bicicletta o a piedi, le brave persone le trovi subito perché ti presenti con mezzi pacifici, appunto la bici e le scarpe!
E tra brave persone ci si riconosce immediatamente.
Poco dopo salutiamo Laura che deve rientrare a Foligno.

 

Noi proseguiamo e raggiungiamo il valico. Ci si apre dinanzi la famosa piana di Colfiorito che, già così, è straordinariamente bella ma, nel periodo della fioritura, deve essere un incanto…un buon motivo per organizzare un’altra randagiata

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Percorriamo di buon passo la strada che attraversa la Vallata del Chienti, e siamo già nelle Marche.
Una breve sosta a Tolentino 

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per il pranzo e ripartiamo alla volta della costa: da Civitanova Marche, ad Ancona, sino a Senigallia dove ci fermiamo. E qui concludiamo questa terza tappa concedendoci una abbondante cena a base di pesce 
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Martedì 18 agosto: Senigallia – Modena

 

Ci aspetta la tappa finale, 240 km di pianura.
Alle h. 6,30 riprendiamo a pedalare, di lì a poco ci aspetta un caffè con il Capitano Pino, Giuseppe Leone. E, infatti, qualche km prima di Fano, lo vediamo in sella alla sua bici venirci incontro. Non poteva essere altrimenti, passi da casa sua e vuoi che non venga ad accoglierti il Capitano della Nazionale Randonneur?!? Mitico Capitano Pino, si sveglia all’alba per accompagnarci nella sua Fano. Il mondo delle randonnee è anche questo, stringi dei legami che resistono alle distanze e al tempo: una telefonata, un messaggio e il modo di incontrarsi, anche per pochi minuti, lo si trova sempre. 

A Fano non può mancare la foto di gruppo dinanzi all’Arco di Augusto e una buona colazione in compagnia 

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Salutiamo il Capitano che, di lì a poche ore, si metterà in viaggio sulle strade della sua “creatura”: i 400 km della Randonnee della Fortuna.
Noi, tormentati dall’umidità e dal vento contrario, pedaliamo sulla costa attraversando i paesi della riviera pesarese e romagnola. A causa della mattinata nuvolosa sono tutti a passeggiare sul lungomare, cosicché il nostro pedalare è tutto uno “stop and go”, quasi una gimkana a schivare i passanti , le auto, i risciò ecc..
A Riccione incontriamo Francesco, cicloturista, partito in solitaria dall’Abruzzo, che sta rientrando a Milano. Ci racconta di avere acquistato la bicicletta da un paio di settimane e di essersi subito appassionato a questo modo di viaggiare: la bici davvero fa miracoli!
Si accoda al nostro treno e, così, tutti insieme, arriviamo a Cesenatico, dove non può mancare l’omaggio al grande Marco Pantani

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Al netto di tutte le vicende e polemiche, ha lasciato un ricordo indelebile in tutti coloro che amano il ciclismo, come testimonia la costante presenza di persone presso il monumento a lui dedicato. 

A Cesenatico non può, poi, mancare la sosta pranzo a base di piadina presso la Piadineria Blue Moon, gestita da amici di Tiziano . Se passate da Cesenatico fermatevi da loro, ne vale la pena.
Ripartiamo, ci aspetta l’infinita pianura romagnola ed emiliana: Ravenna, Bagnacavallo, Lugo, Medicina, Bologna. Mancano giusto 35 km a Modena e arriva l’immancabile foratura. Non poteva andare tutto alla perfezione, che viaggio sarebbe stato senza un piccolo inconveniente?!?
Comunque sia, intorno alle h. 20,00 siamo a  Modena. Dopo quattro giorni, 876 km e 5794 d+ la nostra randagiata giunge al termine! Noi siamo un poco stanchini ma tanto felici:

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Cosa rimane

Il gruppo

Sono tante le cose che ti lasciano queste esperienze.
Innanzitutto i legami che si creano con il gruppo, la coesione, il comune sentire, l’energia positiva che ti fa sempre ridere e sorridere anche nei momenti di difficoltà e nelle piccole incomprensioni che possono insorgere, il pensare sempre avanti quasi fossimo un cantiere permanente di nuovi e futuri viaggi. Insomma quel sano spirito di amicizia che, al termine di ogni tappa, ti fa sedere a tavola e ridere di gusto, davanti ad una birra, di quanto accaduto: le cadute fantozziane, la saddle bag che non sai mai come fissarla e, regolarmente, tocca la ruota; chi vuole sempre tirare il gruppo; chi (io) non sa mai come e dove appoggiare la bici durante le soste ecc..

Ecco, se termini un viaggio così, ridendo di gusto, ti rimarrà sempre nel cuore e lì rimarranno le persone con cui lo hai condiviso . Ma, non solo, sarai pronta a ripartire l’indomani e la meta non sarà mai così importante perché il viaggio non è la meta ma sono le persone con cui lo condividi. 

Il viaggio a pedali

Il viaggio a pedali ti restituisce una immagine dei luoghi come mai li avevi visti. Non è una località che ti appresti a visitare, sei tu che diventi parte dei luoghi. Non si è spettatori esterni ma attori principali; non vedi qualcosa che è altro da te, ma fa parte di te ed è parte di te. Non ci sono barriere, come in auto o in treno, a separarti da ciò che attraversi. Lo scrissi a proposito della 1001 Miglia, chi viaggia come noi, in bici o a piedi, è un privilegiato perché vede le città e i paesi come i viandanti di un tempo che vi entravano a piedi o a cavallo. 

Gli incontri

Gli incontri sono una aspetto straordinario del viaggio a pedali, siano essi casuali o combinati. 
Nei giorni che avrebbero dovuto vedere i randonneur solcare le strade della 1001 Miglia 2020, incontrare Mauro, Antonella, Aurora e il Capitano Pino  è stato un po’ rimarcare il nostro esserci comunque su quelle strade. Mancano le randonnee ma non i randonneur. Le strade del nostro paese, in questa estate, in questi giorni, sono percorse da tanti di noi: penso a Loretta e Giorgio che stanno attraversando tutto il paese; a Fulvio e agli amici che hanno portato a termine la Bisettrice; a chi si è cimentato con le Super Randonnee; a chi, come noi, si è organizzato le “randagiate” autogestite e i cicloviaggi (non vi cito tutti perché siete talmente tanti che rischierei di dimenticare qualcuno). 

Questa strana estate ci ha anche portato a sperimentare modi di pedalare diversi, a scoprire e riscoprire il nostro paese, magari più lentamente, con qualche sosta in più. Scambiare due parole con gli avventori di un bar; accettare l’offerta di un caffè da chi ti vede fermo alla fontana; fermarsi in una piazza a salutare una cara amica; farsi accompagnare da un’altra amica per un tratto di strada; mangiare una piadina con un cicloturista incontrato per caso…

Insomma, nonostante i problemi e le difficoltà, siamo riusciti a dare vita a tante esperienze positive e a costruire qualcosa di buono!

Written, edited and posted by Cinzia Vecchi “Cinziainbici”

 

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2 Replies to “La randagiata delle quattro regioni”

  1. Come sempre un racconto affascinante. Cominci a leggere e no molli fino alla fine. Bravissimi, mi avete fatto venire voglia e il 5 Settembre parteciperò alla mia prima randonnee. 220 km intorno al lago di Costanza. Poi vedremo…

    • Allora in bocca al lupo Andrea, vedrai che ti divertirai 😉 e deve essere anche una bella randonnee, sono stata sul Lago di Costanza diversi anni fa e mi era piaciuto moltissimo