Sentieri notturni

“Per me esiste solo il cammino
lungo sentieri
che hanno un cuore.
E qui io cammino
guardando, senza fiato.”

Carlos Castaneda 

Confesso che l’idea di avventurarmi di notte per i sentieri del nostro Appennino mi aveva sfiorata più di una volta ma non l’avevo mai messa in pratica. Vuoi per prudenza, vuoi per timore, era sempre e solo rimasta un’idea senza cercare di concretizzarla.
Poi succede qualcosa che ti fa cambiare idea.

E se ci incamminassimo di notte?!?

Siamo dei randonneur, la pedalata notturna è l’essenza delle lunghe distanze. Ma camminare?!? E per giunta su sentieri di montagna?!? Non sarà pericoloso?
Eppure c’è sempre qualcuno che lancia l’idea “ignorante”. E, così, arriva un messaggio di Max: ”ragazze e se facessimo un’escursione notturna? C’è la luna piena, si potrebbe partire dal Corno alle Scale per andare al Lago Scaffaiolo – Rifugio Duca degli Abruzzi, e rientrare dal Passo del Lupo – Cascate del Dardagna. Cosa ne dite?” – “Certo che ti vengono certe idee Max! Comunque sì, è interessante, pensiamoci” Il pensiamoci, in breve, si trasforma in: “sì sì, andiamo! Max studia il percorso poi ci accordiamo per gli orari”…che, poi, non occorre una gran opera di convincimento per coinvolgerci in queste avventure!
Max si mette all’opera, traccia il percorso, ci invia la mappa con tutti i dettagli: 19 km circa e 1000 mt di dislivello…si può fare.
Recuperiamo le luci frontali, un paio di torce, una giacca pesante per la notte, i bastoncini telescopici, i panini e un po’ di frutta, e lo zaino è pronto.

Si parte

L’insolito appuntamento è per la mezzanotte tra sabato 28 e domenica 29 luglio. Si parte alla volta del Corno alle Scale – Rifugio Cavone. La luna piena è già alta e, generosamente, regala la sua luce. Mentre saliamo verso Montese vediamo due stelle cadenti e, a lato strada, fa la sua comparsa un istrice…se queste son le premesse sarà una notte ricca di sorprese. Una breve sosta a Vidiciatico, intorno alle 2,00, per un caffè…c’è più vita qui che in centro a Modena…i bar aperti, molte persone in giro…è l’estate!
Arriviamo al Cavone intorno alle 2,40, nel parcheggio diversi camper e pure molte auto…chissà dove saranno tutte queste persone?!? La risposta arriverà di lì a poco.
Infiliamo gli scarponi, la giacca pesante, zaino in spalla, accensione delle luci e siamo pronti: si va!

Questo slideshow richiede JavaScript.

Sentieri notturni

Cerchiamo il sentiero 329, quello più agevole da percorrere di notte, quasi una strada forestale, che ci dovrebbe condurre al Lago Scaffaiolo – Rifugio Duca degli Abruzzi. Evidentemente sbagliamo qualcosa, ci ritroviamo sulle piste da sci…un’erta di quelle che, solo a pensarci, iniziano a farmi male le gambe! Ormai che siamo qui proseguiamo, ci togliamo le giacche perché questo sentiero – pista fa sudare e non poco.

Questo slideshow richiede JavaScript.


In breve avvistiamo il Rifugio Le Malghe…salire dalla pista da sci ci ha fatto fare un bel taglio…siamo nuovamente sul sentiero 329.
Il Lago Scaffaiolo – Rifugio Duca degli Abruzzi non sono lontani, infatti in breve vediamo entrambi. Da ché siamo partiti dal Cavone è trascorsa poco più di un’ora…un’occhiata al Garmin e realizzo che l’alba è ancora lontana. Che si fa?!? Intanto il giro del lago, una bellissima luna si specchia nelle acque i cui leggeri movimenti le fanno assumere mille forme diverse!
sentieri

 

Ai bordi del lago sono posizionate diverse tende, ecco spiegate le tante auto parcheggiate al Cavone: sono qui a trascorrere la notte!
Decidiamo di proseguire verso il Passo dello Strofinatoio, sul sentiero 00
sentieri

 Raggiunto il passo saliamo alcune decine di metri, seguendo la traccia che porta alla Croce del Corno alle Scale. Il percorso non è molto agevole, meglio non rischiare. Sostiamo alcuni minuti seduti su due grandi massi. Alziamo lo sguardo e vediamo un enorme rapace (forse un aquilotto?) che volteggia tranquillo nel cielo illuminato dalla luna.
Pare un’opera d’arte il nostro appennino in una notte così: il profilo delle montagne, netto, quasi fosse stato tracciato da mano umana, le mille e mille stelle  che brillano, il silenzio assoluto che, quasi, ti fa immaginare il rumore delle onde del mare…già, perché il Tirreno se allunghi una mano quasi lo puoi toccare…
sentieri

Ritorniamo sui nostri passi, quasi impercettibilmente comincia a filtrare la luce dell’aurora. Passo dopo passo il cielo si colora, la notte si allontana in punta di piedi, socchiude le finestre, una lieve luce rosa spunta da est.

Questo slideshow richiede JavaScript.

Possiamo spegnere le torce e le luci frontali. Arriviamo nei pressi del Rifugio Duca degli Abruzzi, un punto perfetto per attendere l’alba. Non siamo soli, qualcuno è in vetta al vicino Monte Spigolino, altri escono assonnati dal rifugio e dalle tende. Ora il rosa si fa più intenso, diviene rosso: scoppia l’alba! La palla rossa spalanca porte e finestre e saluta la luna ancora alta in cielo

Questo slideshow richiede JavaScript.

L’appennino si tinge di verde acceso. Questa è l’ora più bella, pochi umani silenziosi, per non turbare tale bellezza, e gli animali che si muovono liberamente

Questo slideshow richiede JavaScript.

Rompere gli schemi, uscire dalla “normalità”…c’è ancora tanto per cui emozionarsi, c’è ancora un’immensa bellezza da scoprire…basta una piccola deviazione per trovare questi tesori!

Le Cascate del Dardagna

E’ ora di proseguire il nostro cammino. Individuiamo il sentiero 333 che dovrebbe portarci al Passo del Lupo e, quindi, alle Cascate del Dardagna.

sentieri

Dopo un primo tratto all’aperto il sentiero si inoltra nel bosco. Considerato l’orario occorre prestare attenzione ad eventuali animali. Nemmeno il tempo di pensarlo che Max avvista tre piccoli cinghiali, il pensiero corre subito a “mamma cinghiala”! Meglio indietreggiare un poco e iniziare a rumoreggiare: fischi, canti, urla! E i cinghialini si allontanano, possiamo riprendere a camminare. Intanto comincio a sentire il bisogno di ingerire degli zuccheri che, ovviamente, non ho portato con me…crisi nerissima! Faccio fatica a camminare, mangio un panino, bevo acqua e l’unico succo di frutta che avevo messo nello zaino.

Max è visibilmente preoccupato, vede che mi attardo, non sa bene che fare. Interviene Sonia: ”No, ma lasciala stare. Diventa una bestia e ti potrebbe staccare un braccio a morsi! Ormai la conosco, dopo anni di randonnee, quando le prendono le crisi di stanchezza le smaltisce da sola…non sopporta nessuno!” E’ proprio così…
Finalmente arriviamo alle cascate, ci fermiamo dieci minuti e la crisi inizia a passare, rassicuro Max: “Non ti preoccupare, non mi ritiro!”

Questo slideshow richiede JavaScript.

E chi l’avrebbe mai detto che, in mezzo a questo bosco, il torrente Dardagna si esibiva in giochi d’acqua e cascate spettacolari?!? Vedi che a passare una notte in bianco ti può capitare di assistere ad uno spettacolo unico, solo per te?!? Sì, vale proprio la pena deviare, rompere gli schemi.

Un breve tratto di salita ci separa dal Cavone, Max e Sonia procedono svelti, io arranco!
Max mi indica un traliccio e mi rassicura che, oltrepassato quello, saremo di nuovo al parcheggio. E così è!
Sono passate le 10,00 da pochi minuti, il Rifugio Cavone è aperto…ci dirigiamo verso il bar, vedo le brioches appena sfornate, posso tacitare il mio bisogno di zuccheri…ne ordino due oltre alla classica birretta per brindare a questa straordinaria avventura!
sentieri

Camminare di notte regala emozioni uniche, più grandi ed amplificate rispetto al pedalare di notte. Già perché i luoghi che attraversi te li senti sulla pelle.
E sì, siamo già pronti per ripartire!

A questo link il percorso Dal Cavone al Lago Scaffaiolo e alle Cascate del Dardagna

Written, edited and posted by Cinzia Vecchi “Cinziainbici”

 

Print Friendly, PDF & Email

Una risposta a “Sentieri notturni”

  1. Camminare di notte e soprattutto da soli..
    50 anni fa una sera d’estate in collina da mio nonno (era vera campagna, con il lume e l’acqua da prendere in una vena scavata nella roccia) abbiamo fatto il carbone. Accatastare la legna a cupola, coprirla di erba verde e poi di terra, creando una campana con due fori alla base da cui si alimenta lentamente il fuoco interno. Ero sceso in paese(Giardini Naxos)ma volevo tornare da nonno che vegliava, all’aperto, il fuoco che covava all’interno della campana. Ricordo il timore trattenuto, la paura che cercavo di controllare. Il viottolo di campagna con il silenzio che silenzio non è, composto da mille suoni; grilli, fruscii, abbaiare di cani, attento nel buio a non calpestare i rospi che uscivano dal torrente. 14anni e razionalizzare facendo finta di nulla. Capita ancora quando, quasi sempre ,nelle rando di notte sono solo. Mi risento come allora e faccio finta di non avere paura.