Non di sola bici ma anche di camminate in montagna

Non di sola bici ma anche di camminate in alta montagna.
Lasciami camminare da sola, lasciami percorrere i sentieri verso un orizzonte che si sposta sempre oltre e lasciami riposare ai piedi di un ghiacciaio.

In un settembre dove l’estate ancora non si rassegna a cedere il passo all’autunno, l’alta montagna regala giornate uniche, di rara bellezza.

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Picco dei tre signori

Sentieri semi deserti, presenze umane discrete e rispettose, nessuna parola non c’è bisogno di parlare, un torrente che scorre e il rumore dell’acqua come musica di sottofondo, due ragazzi seduti su di un grande sasso che si parlano con gli sguardi.
Il sentiero che si tramuta in un’erta, che si inerpica verso una cima che ti chiama a sé. E’ inutile resistere, si va, si sale verso un orizzonte alto, quasi da lassù si potesse toccare il cielo.

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Sentieri

Strano modo di riposarsi, di riprendersi da una 1001 Miglia e dai quasi 12.000 km percorsi in bicicletta da inizio anno. Si scende dalla bicicletta, si appoggiano i piedi al suolo e gli si fa “assaggiare” la terra. Accade, allora, che gambe, piedi e testa si rammentino immediatamente di una antica e mai sopita passione: le camminate di alta montagna.
Capita, così, di ritrovarsi su sentieri già percorsi anni addietro ma di sentirli e percepirli diversi, più vicini ed accoglienti. E improvviso ritorna il ricordo di un agosto di undici anni fa…appunto, agosto. La differenza sta tutta lì: il medesimo luogo ieri affollato, oggi semi deserto.

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Casere, Valle Aurina: sentieri

In lontananza, ai piedi di un ghiacciaio, si scorge una minuscola costruzione, è il Rifugio Brigata Tridentina

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Rifugio Brigata Tridentina

Il richiamo è fortissimo, sono le tue gambe, il tuo corpo tutto che ti chiedono, anzi ti urlano di salire. Vai! E’ un sentiero di quelli che piacciono a te, è “ciclistico”, sale a tornanti e presenta pendenze a doppia cifra. Niente ti può trattenere, anche il tuo compagno ti dice di andare.

Un passo dopo l’altro si sale, e la montagna gioca a nascondino: il rifugio appare e scompare e così il ghiacciaio. Si sale in silenzio, accompagnati solo dal fluire delle acque del torrente Aurino.
Le soste sono frequenti ma non sono dettate dalla fatica, bensì dalla necessità, dal bisogno di vedere, di assorbire e di raccogliere, per portarle con sé, quante più immagini, sensazioni ed emozioni possibili. La montagna è così, non so nemmeno io come descriverla, bisogna solo viverla, immergersi in essa.
Non sei tu a conquistare la montagna, è lei che ti conquista

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Vette

Mano a mano che si sale, più la meta si avvicina, ci si sente più leggeri; corpo e mente, lungo il cammino, si liberano dei pesi inutili, rimane solo l’essenziale.
Lassù, al cospetto dei ghiacciai e delle alte vette, in un silenzio rotto solo dai forti venti, si è pervasi da un senso di libertà unico e da un profondo senso di pacificazione. Il perché non lo so, bisogna provarlo.
E, però, subito si manifesta l’impulso di andare oltre,  perché l’orizzonte si è spostato e già cova la voglia di raggiungerlo.
Forse è per questo bisogno di andare oltre, di avvicinarsi ad un orizzonte irraggiungibile, che bicicletta e alta montagna parlano la stessa lingua e sono molto “amiche”.

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dal rifugio Brigata Tridentina

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rifugio Brigata Tridentina

Written, edited and posted by Cinzia Vecchi Cinziainbici

 

 

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