I vincenti – La Randonnee della Fortuna: partiti insieme e arrivati insieme!

“Il mondo si divide in due categorie: i vincenti e i perdenti. E qual è la differenza? I vincenti non mollano mai. Quindi cosa siamo noi qui? Siamo vincenti? O perdenti?” dal film “Little Miss Sunshine

Sabato pomeriggio, si parte per Fano

Sono le 16,00 di sabato 21 aprile, ci apprestiamo a partire per Fano. Parteciperemo alla prima Randonne della Fortuna, 300 km per oltre 4000 d+ (poi quelli reali ve li dico alla fine…altro che 4000), un altro pezzetto di strada verso la Sicilia Non Stop.
Siamo io, Sonia ed Eros: Facebike Team c’è!
Alle 17,00, all’Autogrill Sillaro, ci incontriamo con Max e Carlo di Bologna, anche loro parteciperanno alla rando e pedaleranno con noi per tutti i 300 km.

Il mio stato d’animo è a “corrente alterna”: contenta e preoccupata! E’ sempre così quando il percorso supera i 200 km e quando è previsto di pedalare durante la notte. E poi tutte quelle mille piccole cose che si addensano in testa prima di una rando: come mi vesto? Estivo o mezza stagione? Ma quanto freddo farà? E la mantellina? Quella pesante o quella leggera? Nel dubbio butto tutto in borsa, poi si vedrà prima della partenza.

Arriviamo a Fano poco prima delle 19,00, appuntamento all’ Hotel Sassonia : ci siamo tutti! E non poteva essere altrimenti: il “Colonnello” Pino ha chiamato e la truppa, al completo, ha risposto presentandosi a ranghi compatti! Via che si va a cena tutti insieme: ci sono Rosanna, Franco, Biagio, Moreno, Max, Daniele, Oscar, Claudio, Graziano, Mino, Giuseppe, Eros, Sonia ecc. e mi scuso con tutti quelli che non ho citato…eravamo davvero tanti e non ricordo tutti i nomi.

vincenti

a cena

Dopo cena un veloce giro in spiaggia, a trovare ispirazione nel mare e nella splendida mezza luna che campeggia solitaria in cielo, in attesa si accendano ad una ad una le stelle…sarà una bella nottata!

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E’ ora di prepararsi, ci cambiamo, non fa freddo. Infilo la maglia estiva, i pantaloncini, manicotti, gambali e antivento smanicato; nella borsa infilo la maglia da mezza stagione e un antivento pesante, verranno sicuramente buoni per la notte.
Ci avviamo verso Piazza XX Settembre, ove è fissata la partenza.

Il “Colonnello” Pino ha fatto le cose in grande: fotografo, cineoperatore, l’arco della partenza, tante persone che affollano i locali della piazza che, incuriosite, si avvicinano a chiedere la nostra meta…non vi dico le espressioni di stupore alle nostre risposte!
E’ sempre un bel momento quello che precede la partenza: saluti, baci, abbracci, battute, fotografie con gli Amici, impressioni su quello che ci aspetterà, e questa volta concordiamo tutti che sarà davvero dura ed impegnativa come prova.

Incontro Tiziano Belli, alla sua prima esperienza di randonnee. La stoffa e l’incosceinza del randonneur ce le ha di sicuro: per iniziare ha scelto una prova particolarmente impegnativa!

E poi arrivano Maria, Daniele T., Marco, Daniele C. e Andrea, Ferdinando e tutti gli altri.

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Sono quasi le 22,00, ci posizioniamo sotto l’arco…Via! Si parte!

La notte – Urbino e il Carpegna

“Sognatore è chi trova la sua via alla luce della luna” Oscar Wilde
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Partiamo alla luce della luna contornata da una folta corte di stelle; pochi km, circa 10, in pianura e, poi, la strada inizia a salire…siamo nelle Marche e, qui, la pianura è un qualcosa di poco conosciuto…Meglio che le gambe si convincano da subito che momenti per rilassarsi ce ne saranno ben pochi…ma dopo una salita c’è sempre una discesa, no, non è detto…poi ve lo spiego…

La notte non concede distrazioni, mani salde sul manubrio, occhi aperti sulla strada a schivare buche e crepe; occhiate fugaci ai piccoli borghi attraverso cui transitiamo. E’ sabato sera e c’è gente in giro che ci saluta e ci incita…”sciocchini”, per usare un termine educato, ne abbiamo incontrati pochi, e ciò è sempre una buona cosa.

Dopo circa 50 km, in alternarsi di saliscendi, giungiamo ad Urbino. L’ingresso in città è spettacolare, transitiamo a fianco di Palazzo Ducale. Ci fermiamo un momento, è troppo bello! La notte tende a svelare l’anima delle città, e aiuta a cogliere la loro vera essenza. Di notte si raccontano le città se le sai ascoltare, trasmettono emozioni e fanno correre l’immaginazione.
Pare deserta Urbino, c’è silenzio, percorriamo la strada che conduce alla piazza centrale e, qui, ci attende una sorpresa: la piazza è piena di ragazze e ragazzi, tutti i locali sono aperti! Una piazza viva e rilassata, è sabato sera il pensiero del domani può rimanere sospeso, lo si riprende lunedì mattina.

Un caffè e una brioches ci stanno bene e pure un paio di fotografie

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Ripartiamo, ci attende il pezzo forte della randonnee: il Carpegna, la salita tanto cara a Pantani.
Usciti da Urbino ci dirigiamo verso Mercatale, si scende e le gambe riposano un poco. L’attenzione è sempre alta: buche, eventuali animali vaganti e il buio che inganna…meglio procedere con cautela.
Da Macerata Feltria la strada inizia a salire con più decisione; dopo 10 km siamo a Carpegna, dove sono fissati controllo e ristoro. Ovviamente non può mancare Pino a sovrintendere il tutto! Apposto il timbro sulla carta di viaggio si va alla volta del Cippo di Carpegna: poco più di 6 km, 22 tornanti e pendenze “cattive”, spesso a doppia cifra, con punte al 18-19%.
Questa è una salita che abbiamo percorso tre anni fa, di giorno, ora pare un mondo diverso: domina il silenzio, si sentono solo il respiro affannoso ed il rumore della catena che gira…qualcuno stacca il piede e lo appoggia a terra, per prendere fiato.

Sull’asfalto corrono queste parole: “E’ sul Carpegna che ho preparato tante mie vittorie…Il Carpegna mi basta!”  ci accompagneranno per tutti i 6 interminabili km. Sembriamo ammutoliti, gli alberi paiono giganteschi; gli occhi, stanchi, confondono i tronchi a lato strada con immaginarie creature del bosco. E, poi, gli aliti di vento che sussurrano parole incomprensibili…ma cosa mi volete dire?!? Forse siamo solo noi che parliamo a noi stessi…

Una volta superato il monumento a Pantani mancano solo 3 km, conto i tornanti, finalmente vedo il cartello del 22° tornante. Ci siamo, ecco la gigantografia di Pantani; è fatta!
Non può mancare la foto ricordo di questo momento

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Adesso fa piuttosto freddo, e viene buona la maglia da mezza stagione e l’antivento pesante. Scendiamo di nuovo a Carpegna, la discesa è infida per la presenza di residui sull’asfalto, è quasi più impegnativa che la salita! Basta una minima disattenzione per ritrovarsi a terra. Scendo piano ma questo non mi impedisce di finire quasi fuori strada. Mi fermo un momento, due passi a piedi e riparto.
Sopraggiunge Carlo, mi fa da apripista. Usciti dal bosco comincia ad albeggiare, il cielo si tinge di rosso fuoco, vorrei fermarmi per una foto ma fa troppo freddo, la temperatura sta scendendo, continuo piano, è una visione unica. La luce che nasce dal mare e sale a colorare e illuminare le montagne!

Eccomi di nuovo a Carpegna; deve fare decisamente freddo, i miei Amici Sonia, Moreno e Marco sono avvolti in una coperta gentilmente offerta dal “Colonnello” Pino

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E’ incredibile, mai avrei immaginato di salire al Carpegna in piena notte…e, come dice Eros, siamo saliti che era buio pesto e scesi che albeggiava…non siamo andati fortissimo!!

Ci riuniamo tutti quanti, io, Sonia, Marco, Moreno, Eros, Carlo, Max, Daniele e Andrea; mangiamo qualcosa e ripartiamo. E’ l’ora più critica quella dell’alba, fa davvero freddo e la notte insonne comincia a farsi sentire. Passiamo in sequenza Frontino e Piandimeleto

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Il primo bar che incontriamo è nostro! Cappuccino, caffè, brioches, e ci riprendiamo un poco…siamo proprio un gruppo di “bellissimi”, scorre lo spirito randagio: si parte insieme e si arriva insieme!
Ripartiamo e, poco dopo Urbania, chiedo una sosta “microsonno”; è sufficiente una panchina e dieci minuti di sonno…comunque non ero solo io ad avere bisogno di dormire un poco…

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Pare, come ci ha raccontato Sonia, sia passata una mamma con il suo bambino e, vedendoci in quello stato, si sia così risvolta alla sua creatura:”figlio mio non diventare mai un ciclista, guarda come si riducono!”

Acquapartita – Gola del Furlo

Finalmente il sole comincia a scaldare, tolti i gambali e la maglia da mezza stagione, rimaniamo in tenuta estiva e ci dirigiamo verso Acquapartita dove ci attende un altro controllo con annesso ristoro. La strada è poco trafficata, ci sta pure qualche scatto al gruppo dei “randagi bellissimi”

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La stanchezza si fa sentire, più che le gambe è la testa che vacilla. In effetti il percorso sino a qui non ha fatto sconti, ha richiesto sempre di essere al 100%. E la mia preparazione, come quella di quasi tutti, non risulta per nulla adeguata…ma andiamo avanti lo stesso, non si molla! Controllo il Garmin, siamo nei tempi fissati, entro le h. 18,00 a Fano ci arriviamo.
All’attacco della salita di Acquapartita il gruppo si sgrana, Daniele non sta bene e decide di sostare un po’ e con lui si ferma Andrea; Sonia, Max, Marco, Carlo e Moreno partono subito; io e Eros ci fermiamo alcuni minuti.
Risalgo in sella e, dopo due curve, capisco che è una salita che devo fare da sola…sta arrivando la “cottura”, le gambe sono infuriate e soffiano come gatti “spuzzoli”, la testa viaggia…però continuo a pedalare. Dopo qualche km scorgo un ciclista che procede a piedi, è Max! E’ rimasto senza acqua, gli passo la mia borraccia, beve e mi fa cenno di andare.
Ma quando finisce la salita?!? Hanno spostato Acquapartita?!? Finalmente vedo il cartello e l’indicazione del controllo-ristoro. Ci sono Sonia, Moreno, Marco e Carlo. Mi siedo, un bicchiere di coca e un pezzo di crostata: un toccasana!
Dopo pochi minuti arriva Max, si è ripreso; in sequenza arrivano prima Eros, e poi Daniele e Andrea. Il gruppo è ricostituito

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Mancano 100 km a Fano, è da poco passato mezzogiorno…ce la possiamo fare.

La strada scende per diversi km, siamo diretti alla Gola del Furlo.
la stanchezza, però, non se va, continua a salire. E questa volta è quella infida, quella che può “far scappare i cavalli”, quella che ti può far dare di matto, che ti fa partire l’embolo!

Arriviamo alla Gola del Furlo, è spettacolare pedalare tra due ali di rocce altissime con un fiume di acque verdissime che ti scorre accanto.
Non si può non fermarsi. Quanta meraviglia, dai che passa pure la crisi e la stanchezza, un paio di minuti tranquilli, estraggo la macchina e mi accingo a prepararla, cerco una bella inquadratura e, in quel momento Moreno mi chiama: “dai, dai Cinzia vieni qua che facciamo la foto di gruppo”…no, no non mi mettere fretta adesso…ecco è partito l’embolo, scappa un’intera mandria di cavalli, 30 secondi di brutte parole…la stanchezza fa brutti scherzi…”ok, siamo tutti stanchi e stravolti, calmati che non succede nulla” così mi dice Sonia…mi riprendo, facciamo la foto di gruppo e, piano piano, ripartiamo…poteva andare peggio, potevo buttare la bici nel fiume!!
Povero Moreno, non c’entrava nulla e l’ho insultato…ancora mille infinite scuse “Maestro Randagio” dalle gambe d’acciaio e con un cuore grande…io mi sarei già mandata a quel paese! Ma i randagi sono così; siamo bravi a raccoglierci e a stringerci nei momenti in cui si vorrebbe mollare tutto.

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Lasciata la Gola del Furlo urge trovare un bar per bere qualcosa di fresco o mangiare un gelato

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sosta ristoratrice

 

Dopodiché ci dirigiamo verso  Fossombrone

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e da lì a Sorbolongo

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Sorbolongo

e, infine, a Orciano ove ci attende l’ultimo controllo prima di rientrare a Fano.
Le mie gambe sono “non pervenute”, oltretutto si blocca la catena sul 50…aiuto!
Eros mi dà una mano e la posizioniamo sul 34…ecco così va meglio!
In bar a Orciano ci dicono che da lì in poi è tutta discesa, per un momento voglio crederci ma, poi, rammento come le colline e l’appennino del centro – nord Italia siano privi di discese. Sì avete capito bene, qui le discese non esistono, vanno in salita! E’ un ossimoro, ma è così. La strada scende un poco e, poi, risale, torna a scendere per poi risalire di nuove. Insomma in pianura ci arrivi avendo pedalato in salita! Questo è uno dei grandi misteri dell’appennino.
Ed è proprio questo andamento nervoso, a tratti quasi schizofrenico, a rendere i percorsi particolarmente impegnativi e difficoltosi. E questa randonnee ne è stata proprio un esempio: nessuna tregua per tutti i 287 km.

Lancio uno sguardo al Garmin, manca poco ormai, una manciata di km. Uno sguardo alla mia destra e si vede il mare

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mare

dai che ci siamo, adesso dovrebbe scendere davvero la strada, e così è!

Alle h. 17,29 di domenica pomeriggio arriviamo sul lungomare di Fano.
Partiti insieme e arrivati insieme! Anche questa volta nessuno è rimasto per strada…il gruppo fa davvero la differenza!

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Mi ci vogliono diversi minuti per riprendermi, è stata davvero dura.

Questa rando credo possa essere tranquillamente classificata tra le extreme, il dislivello alla fine era 4600 d+! Non male…ma che male alle gambe e alla testa!

E, infine, per rispondere alla domanda/citazione iniziale noi siamo sicuramente dei vincenti, anche questa volta ci abbiamo provato e abbiamo avuto ragione…perché “Sai chi sono i perdenti? I perdenti sono quelli che hanno così paura di non vincere, che non ci provano nemmeno” sempre dal film “Little Miss Sunshine

La differenza l’ha fatta tutto il gruppo, quella mano sulla spalla che ti sospinge ad andare oltre e, perché no, ti rassicura nei momenti peggiori in cui il pensiero di mollare tutto ti viene a trovare.
Grazie a tutti Amici miei, Sonia e Eros, la mi splendida squadra, coloro che mi hanno insegnato le randonnee

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e grazie Max, Moreno, Daniele, Marco, Andrea e Carlo: “il gruppo simpatia” quelli che “partono insieme e arrivano insieme”!

Ringraziamenti

Un enorme grazie al “Colonnello” Pino Leone e alla SCD Fanese per l’organizzazione perfetta, non ci avete fatto mancare nulla, ci avete accolti a braccia aperte, ovunque abbiamo trovato solo cortesia e disponibilità.
Caro Pino questa volta ti sei superato, hai organizzato una randonnee da “bimbi grandi” che ha richiesto un notevole impegno fisico e mentale. Ma ci ha fatto attraversare e conoscere una pezzo d’Italia splendido. La bici è cultura e conoscenza, e questa randonnee ne è la prova tangibile, siamo tornati a casa più ricchi. Grazie Pino!

Alcuni dati: il percorso misura complessivamente 287 km e il dislivello si è assestato su 4600 m d+ a questo link la Randonnee della Fortuna km 300

E un altro pezzo di strada, questa volta piuttosto sostanzioso, verso la Sicilia lo abbiamo costruito.

Le fotografie inserite nel post sono state scattate da me, Max Bedonni, Marco Scardovi, Eros Meschiari e Sonia Testi.

Written, edited and posted by Cinzia Vecchi “Cinziainbici”

 

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6 risposte a “I vincenti – La Randonnee della Fortuna: partiti insieme e arrivati insieme!”

  1. Ciao Cinzia, è sempre piacevole leggere i tuoi racconti. Ho cominciato da poco a fare randonnèe ma devo dire che è anche grazie a persone come tutti voi che nasce la voglia e la curiosità di avvicinarsi a questo mondo randagio. Ancora complimenti e chissà che magari un giorno non riesca a starvi dietro anche solo per un po’ 😊

    • Ti ringrazio Salvatore, il mondo delle randonnee è di una ricchezza straordinaria da un punto di vista umano. Ho conosciuto tante belle persone. Vedrai che avremo occasione di pedalare insieme, tra “randagi” ci si incontra sempre. Ciao e buone pedalate 😉🚴‍♂️💨💨💨

  2. Carissima Cinzia,
    tu sai quanto ti stimi e ti voglia bene. Ormai sono tante le occasioni in cui abbiamo pedalato insieme ed abbiamo avuto reciprocamente modo di conoscerci.
    Questa rando, soprattutto quest’anno, in cui, per problemi legati al meteo si è pedalato un po’ di meno in salita, si è rivelata bella tosta!
    Che il 300 fosse difficile lo sapevo, lo avevo tracciato io, ma è andato anche un po’ oltre le intenzioni. Me ne scuso.
    alla fine, però, come per tutti i veri randonneurs, resta il sapore dell’impresa, del gruppo, dei paesaggi! La fatica fatta, che, lì per lì, fa dire anche qualche bella parolaccia, si scioglie come neve al sole e nel ricordo, indelebile, resta il gusto dell’essere stati capaci di alzare ancora una volta l’asticella!
    La Sicilia ci aspetta!