Racconti a pedali: una notte sulle strade della Nove Colli

Viaggiare in bicicletta è soprattutto un modo di pensare. Di ricordare e di osservare” –  Pier Vittorio Tondelli 

Racconti a pedali – Nove Colli: una discussione che dura da tredici anni!

Io la Nove Colli l’ho conosciuta nel lontano 2005 e ci ho subito “litigato” con quelle strade. Sì perché, più che la gamba, è la testa, salda e solida, che fa la differenza. Strade che innervosiscono, mandano giù di testa…ecco, strade “ignoranti” che mica si fanno capire, parlano un idioma tutto loro…salite che ti fanno credere di terminare, te lo dichiarano pure, “sul cartello, a inizio salita, era scritto: lunghezza 9 km; e questi abbiamo percorso. Siamo in vetta”…e invece no! Credi di scollinare ma continui a salire, solita storia: breve discesa e risalita! E quando vedi davvero la discesa hai un tuffo al cuore: un salto nel vuoto! Non c’è nulla di comprensibile qui. È tutto costruito per spiazzare…puoi studiarlo finché vuoi il percorso sulla carta, puoi cercare di mettere in campo una strategia, tanto non servirà a nulla! Pensi che il tratto più impegnativo sia concentrato nella prima parte, sino al colle del Barbotto ma ti sbagli di gran lunga…la sofferenza inizia dopo il Barbotto, da lì non c’è più pianura, eccetto gli ultimi 10 km, è un continuo saliscendi, con pendenze che tagliano le gambe! Undici sono le volte che ho partecipato alla Granfondo; l’ultima nel 2016, e mi dissi che era arrivato il momento di salutarci.
Ma si vede che mancava ancora qualcosa. Avevo sentito parlare della versione notturna, della randonnee “Nove Colli by night”. E così lo scorso anno decisi di partecipare con i miei Amici, ma l’avventura fu interrotta dal maltempo che si mise di traverso e non ci fece passare (a questo link il racconto Nove Colli notturna: una notte indimenticabile!).

Rimaneva una randonnee incompiuta, e la cosa mi dava da fare. Era come se ci fosse qualcosa fuori posto da mettere in ordine, sistemare. E allora perché non riprovarci?!?
Il meteo pare essere dalla nostra parte, venerdì sera, 18 maggio, decidiamo: domani si va!

Racconti a pedali – La Nove Colli by night 

Sabato 19 maggio, caricate le bici in auto, si parte per Cesenatico. Siamo io, Sonia e Leo.
Ho allestito la bici in assetto randagio..bisogna provare il carico Sicilia Non Stop, e vedere le sensazioni dopo tanto dislivello!
Sono convinta, come sempre, di avere preso con me tutto l’occorrente…sbagliato: diverse cose son rimaste a casa, tra cui le bretelle catarifrangenti e i fruttini Zuegg…per fortuna il Capitano Leo  ha un paio di bretelle di scorta, per i fruttini non c’è rimedio…vorrà dire che darò un po’ più di danno ai ristori!

Poco dopo le 15,00 arriviamo allo stadio di Cesenatico, dove ci attende Eros. In attesa di formalizzare le iscrizioni alla rando, vediamo Antonella e Marina, un  incontro randagio che riempie il cuore. Abbracci, foto, battute…che belle le randagie, i volti luminosi, il sorriso…la fatica che sta dietro a questo pedalare, dove ogni gesto è diretto a raggiungere l’obbiettivo, dove nulla è superfluo e tutto diventa essenziale, non lascia  spazio a legami di maniera. Solo saldature tra “metalli di pregio”!

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Le “Randage”:Marina, io, Sonia e Antonella

Pochi passi e incontriamo Fausto, e subito dopo Stefano…la squadra 1001 Miglia.
Ma è ora di prepararsi e avviarsi verso il Porto Canale.

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Siamo ben oltre i 100 iscritti, si rende necessaria una partenza scaglionata per gruppi. Noi partiamo per ultimi, quasi tre quarti d’ora dopo le Amiche e gli Amici randagi…divario incolmabile, non riusciremo più a ricongiungerci.
Finalmente si parte; il ritmo è piuttosto sostenuto sino ai piedi del Polenta. Vedo il borgo di Bertinoro sulla collina…pensare che in 11 edizioni diurne non l’avevo mai notato! La versione by night è tutta un’altra cosa: strade semideserte, pochi rumori. Nulla a che vedere l’affollatissima Gran Fondo diurna. Sembra la prima volta che percorro queste strade, noto particolari cui non avevo mai fatto caso. 

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E risalta immediata la differenza con lo scorso anno: oggi dominano il sole e il verde…e solo per questo tramonto valeva esserci!  

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Oggi pedala con noi anche Wainer, alla sua prima randonnee notturna.

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Wainer

Dopo il Polenta incontriamo Massimo, dalla Toscana, si aggrega a noi. Dice che farà la notturna e domattina ripartirà per la diurna: doppia Nove Colli! Penso che dovrà andare veloce perché la Gran Fondo prende il via alle 6,00…non so se con il nostro passo saremo a Cesenatico prima delle 6,00…dubito fortemente.
E poi Tiziano “Titti”, partito prima di noi ma che decide di aspettarci. Ci sentiamo telefonicamente, appuntamento sul Barbotto!

In sequenza scorrono sotto le ruote Polenta, Pieve di Rivoschio e Ciola…il sole è tramontato, si pedala al buio e, come sempre, è un mondo diverso, anche le strade. È sempre tutto più rallentato…le salite paiono infinite, e  non è solo una percezione, alcune lo sono davvero. Dal Ciola cominciano gli incontri con i runners, sì perché della Nove Colli c’è pure la versione running…noi siamo originali a pedalare di notte ma loro lo sono immensamente di più, corrono/camminano per 200 km…ci vuole il fisico e una testa d’acciaio.

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runners in parata nella notte

Ci salutiamo e incitiamo reciprocamente.
Sono passate da poco le 23,00 e siamo a Mercato Saraceno, prima del Barbotto ci sta una veloce sosta al bar della piazza.

Forza, ripartiamo ci aspetta il Barbotto. Che strano che è, senza la confusione del giorno, senza la gente a lato strada che ti incita, senza lo  speaker e la musica assordante…solo il respiro affannoso a rompere il silenzio. Lo preferisco così!
Scolliniamo e ci attendono controllo e ristoro. Vedo Titti, e  subito mi avverte che 

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Tiziano “Titti”

in salita lo dovrò aspettare…secondo me sarà il contrario. Comunque adesso pensiamo a mangiare e a cambiarci che inizia a far freddo.

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Ripartiamo e, puntualissimo, come già in passato accaduto diverse volte, mi parte un crampo nell’interno coscia sinistra: dolorosissimo! Ecco, si comincia, da qui in poi sarà durissima! Piano piano il crampo passa; Leo mi da un “boccettino” di magnesio nel caso il crampo dovesse ripartire.
Dove accidenti è il bivio per il percorso lungo?!? Diversi km di mangia e bevi, fastidiosi a questa ora della notte…ecco il bivio. Si scende per diversi km; attenzione che le strade son quelle che sono…attacchiamo il Tiffi, 1,9 km cattivi…penso che son sempre entrata in crisi qui e anche questa notte non mi smentisco, non sono le gambe ma lo stomaco…nausea, non va giù nulla. Scolliniamo, discesa e attacchiamo il Perticara, lo stomaco non mi da tregua, ci fermiamo un momento, ne approfitto per buttar giù della citrosodina…Procediamo lentamente, comincia ad aleggiare un po’ di sonnolenza. Arriviamo a Perticare, altro controllo e ristoro. Vedo delle fette di pane toscano, mi sforzo di mangiarne due, ecco queste vanno giù, comincio a stare meglio.

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Scendiamo…penso che lo scorso anno la pioggia ci sbarrò la strada qui e al termine della discesa decidemmo di rientrare a Cesenatico. Oggi il cielo è sellato, un taglio di luna favoloso…la sensazione di riuscire a portare a casa la Nove Colli notturna si fa tangibile. Mancano tre colli. Adesso tocca al Pugliano, infinito. Arrivi a scollinare ma si continua a salire, ecco il bivio per San Leo, da lasciare senza fiato la Rocca illuminata nella notte! Ci aspetta una discesa “salto nel vuoto”, una lunga picchiata e, dopo, il colle delle Siepi; forse il più pedalabile tra tutti i nove colli; riprendiamo fiato. Sono ormai le cinque della mattina, le luci  dell’aurora, rosso fuoco, salgono dal mare. Ma questa è anche un’ora insidiosa
La notte in  bianco presenta il conto, si avrebbe voglia di dormire, occorre prestare attenzione ai colpi di sonno. Eros e Massimo sostano per un microsonno, noi scendiamo dalle Siepi piano piano, fa freddo…belle l’aurora e l’alba ma portano anche il freddo!

Dopo diversi km rientrano Eros e Massimo. Manca solo il Gorolo. Eccolo!  Sale subito in maniera feroce! Io mi riprendo dal freddo e dalla sonnolenza, per quanto possibile le gambe ricominciano a girare bene. Arriviamo al cartello che indica  17% di pendenza

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ci fermiamo, ci riuniamo tutti e ripartiamo per il tratto più impegnativo.
Sorge un dubbio: “ma il tempo massimo per terminare la rando?!?” Io: “14 ore…anche se in una sezione del sito si parla di 13 ore e mezza”. ” Ma riusciremo a farcela?!? Però siamo partiti 40 minuti dopo gli altri, ne dovranno tenere conto…o no?!?”
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Scollinato il Gorolo ci attendono i saliscendi rompi gambe sino a Borghi; da qui è discesa. Dai!  Ci siamo tutti, sono 10 km di pianura ed è finita.
Il vento è a favore, sono le 7,10…pedaliamo a circa 30 km/h; ecco il cartello dei – 5 km, passiamo i cavalcavia in sequenza…ultimo km! Siamo sul lungomare, si vede l’arco dell’arrivo della Gran Fondo, noi proseguiamo ancora alcune centinaia di metri, sino al parco in cui sorge il monumento a Pantani. Vediamo il banchetto “randagi”. E’ fatta! Consegniamo subito le carte gialle per la registrazione del tempo e l’omologazione del brevetto. Riceviamo i complimenti dagli organizzatori e una bella medaglia di cartone!

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A casa conservo 11 medaglie per altrettante partecipazioni alla Gran Fondo Nove Colli, ma questa è la più bella! Già perché segna la fine di una lunga storia a pedali iniziata nel 2005.

E ci voleva proprio una notte così perché io e queste strade potessimo salutarci al meglio: miliardi di stelle, un silenzio rotto solo dal fruscio delle catene e dai passi dei runners, le luci dell’aurora e dell’alba. Ma soprattutto i compagni di viaggio, con i quali abbiamo condiviso tutta la strada, km per km. Sono così le randonnee, foriere di incontri, quasi un gioco a riconoscersi tra simili. Anche questa volta il gruppo si è arricchito di belle persone: Wainer che, alla sua diciottesima Nove Colli, ha voluto provare un diverso modo di pedalare; Massimo, il toscano, incontrato casualmente dopo il Polenta, anch’egli alla prima randonnee notturna e che avrebbe voluto fare la doppia Nove Colli ma si è “accontentato” della notturna; Tiziano “Titti” che insegue l’obbiettivo di entrare nella nazionale randonneur e sogna, come ogni randagio, la Parigi Brest Parigi (la faremo insieme Tiziano il prossimo anno!).
È incredibile la bici, in pochi km pedalati ti fa comprendere chi hai accanto, se condividerete l’intero viaggio o se vi saluterete a breve!
Siamo partiti sabato sera e ci siamo salutati domenica mattina, sì decisamente le persone giuste!

E ora gli abbracci e le foto con i compagni di viaggio.

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Ciao Nove Colli! Magari, come cantava Lucio Dalla, ti ripenso tra vent’anni alle porte dell’universo…arrivando su una vecchia bicicletta da corsa…”

Questa Nove Colli è stata anche l’ultimo allenamento prima della Sicilia Non Stop, a chi mi chiede se sono pronta rispondo che la domanda è sbagliata. Non so se sono pronta, ma so che sono convinta!

Sicilia arriviamo!

A questo link il percorso Nove Colli by night
Le fotografie a corredo del post sono state scattate da me, Eros, Sonia e Tiziano.

Written, edited and posted by Cinzia Vecchi “Cinziainbici”

 

 

 

 

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4 Replies to “Racconti a pedali: una notte sulle strade della Nove Colli”

  1. Ciao Cinzia,
    grazie per il tuo bel racconto di questa esperienza notturna della 9 Colli. Condivido pienamente quello che hai scritto. Ho provato anche io sensazioni simili partecipando ad una 9 Colli By Night, dopo 5 edizioni diurne. Si tratta di una randonnée che esalta il percorso della granfondo che, pur mantenendo il suo indiscutibile fascino, viene surclassata dall’esperienza del viaggio notturno. Spero che non venga scoperta da troppi granfondisti che rischierebbero di snaturarla rendendola competitiva. Al granfondista non far sapere quant’è bella la 9 Colli nelle sere….

    • Ciao Valter, proprio perché notturna non credo incontrerà il favore di molti granfondisti. Sabato notte si è aggregato al nostro gruppo un granfondista toscano, aveva intenzioni “belligeranti”, convinto di arrivare a Cesenatico prima delle 6,00 per poter partecipare anche alla diurna. Mano a mano che procedevamo si rendeva conto della profonda differenza tra pedalare di giorno e di notte: la maggiore attenzione richiesta, la velocità più bassa, la sonnolenza (ha rischiato più di una volta di finire nel fosso!)…alla fine è arrivato a Cesenatico con noi verso le 8,00 della mattina, contento dell’impresa portata a termine, facendoci tanti complimenti per il nostro modo di interpretare il ciclismo ma che, difficilmente, si cimenterà nuovamente con le randonnee.

  2. Sorvolo sul tuo solito bel modo di rendere vivo quello che scrivi e partecipe chi ti legge; invece prendendo spunto dal commento di Ballarini e della tua risposta, volevo esprimere una mia considerazione sui tempi e percorsi delle randonnée e capire cosa ne pensate voi più esperti. La durezza del percorso e del pedalare di notte, fonte di piacere per il vero randonneur, ha forse scoraggiato il nostro granfondista e magari non lo rivedremo più. Questo mette in evidenza però, la forza e la bravura di chi percorre 300 400 1000 km come fate voi ed altri che riescono. Io che a stento riesco a stare nei tempi del brevetto(senza troppe salite), ma sono affascinato da questo tipo di prova, mi domando: se si vuole che altre persone meno brave si avvicinino con la giusta mentalità, non è il momento di dire: alle fasce orario tradizionali aggiungiamo tempi che non ti escludono ma che magari ti concedano un brevetto di colore diverso.Non so se sia un’idea banale o forse nell’ambiente se ne sia mai parlato. Credo che questo includere con brevetti differenti, possa avvicinare molte più persone con spirito non corsaiolo che adesso si scoraggiano pensando di non farcela (non parlo di voi mostri); perché vi dico una cosa: o io sono troppo scarso(molto probabile lo so) o fare 300 km con 4000 metri di dislivello in 20 ore è veramente difficile. Mi farebbe piacere sapere cosa ne pensi. Complimenti per la tua rivincita sul maltempo!

    • Io non sono per l’esclusione ma per la massima inclusione. Anzi più persone si avvicinano al mondo randonnee e più son contenta. Il mio commento voleva intendere che, a volte, ci sono persone che si improvvisano e pensano che il nostro pedalare sia “di grado inferiore” rispetto a granfondo, gare in circuito ecc.. Non ti nascondo che, se posso, evito pure io di pedalare durante la notte. E una distanza come un 300 km potrebbe benissimo svolgersi, a mio parere, nelle ore di luce (vedi il 300 km di Lugo di Romagna, 4000 d+, che parte alle 6,00 della mattina). Dopodiché vi sono problemi legati all’organizzazione della randonnee. E’ evidente che se un 300 lo fai partire il sabato sera e un 400 il sabato pomeriggio, avrai concluso la manifestazione entro la domenica pomeriggio. E questo ti consente di avere più partecipanti poiché possono rientrare ad un orario che gli permetta un minimo di riposo (il lunedì si va al lavoro), e anche una migliore organizzazione, infatti avrai più personale volontario disponibile se il tutto si conclude entro la domenica sera. Per quanto riguarda l’allungamento dei tempi, come Tu ben sai, esiste un regolamento internazionale e a quello ci si attiene. Però, se non ricordo male, già con la 999 Miglia furono introdotti orari diversificati a seconda del brevetto che si voleva conseguire. Quindi, come vedi, ci si sta già muovendo su questa strada.
      Ci vediamo tra qualche giorno in Sicilia.