Ravorando: una randonnee controvento!

Dai, andiamo a fare la Ravorando, sono 400 km facili facili, solo due salite, tutto il resto è pianura…

Mercoledì 6 giugno

Mercoledì 6 giugno, sono passati pochi giorni da ché son rientrata dalla Sicilia No Stop, un po’ di riposo non guasterebbe e, invece, sto già consultando il calendario delle randonnee. Il 9 e 10 giugno è in programma la Ravorando, un classico delle randonnee, 400 km tra le province di Bologna, Ravenna e Firenze. E’ dal 2014 che non manco una edizione, le prime due sulla distanza di 200 km e le edizioni 2016/2017 sulla distanza dei 400 km. Che faccio?!? Vado o mi riposo? Però come si fa a mancare? L’ho promesso a Sergio, l’infaticabile organizzatore e spina dorsale della Ravonese; l’ho promesso a Tiziano “Titti” che con questa rando conquisterà la maglia della Nazionale Randonneur; ne avevo parlato con Gianni e Roberto un paio di mesi fa; e, infine, ricevo una telefonata da Carmine che mi chiede se vado e la facciamo insieme. Insomma non posso mancare. Poi, come sempre, è l’occasione per incontrare gli Amici randonneur di mezza Italia.
Decisione presa: mi iscrivo!

Sabato 9 giugno

Io e Carmine partiamo da Modena, in auto, alle 14,30 alla volta di San Lazzaro di Savena.
Poco prima delle 15,30 siamo alla Polisportiva Pontevecchio, non facciamo in tempo a scendere dall’auto che vediamo Titti, Gianni e Roberto.
Il gruppo randonneur modenesi – reggiani è già formato. Andiamo a ritirare le carte di viaggio e si palesano tutti gli Amici randagi, e diversi di questi “reduci” da imprese “monumentali”: su tutte la Sicilia No Stop e il Giro delle Repubbliche Marinare! Guardo la bici di Moreno, parla da sola: porta i segni di tutte le migliaia di km conquistati in questi anni! E poi gli immancabili Franco, Rosanna,  Cesare e Biagio. Oggi c’è anche Fausto, compagno di strada alla 1001 Miglia, finalmente qualche km riusciamo a pedalarlo insieme anche nel 2018. Compare il “colonnello” Leone, sul quale non occorrono spendere parole: parla già da sé!
Si materializza Marco Ciccarone, ed è subito “gruppo simpatia”! E, ancora, Giuseppe, Marco Scardovi, Renzo, William, Romano e, infine, Barbara che da conoscenza virtuale diviene reale.

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Il caldo si fa sentire oggi…ho come l’impressione che non sarà una passeggiata…
Sono quasi le 17,00 e Sergio ci chiama per apporre il timbro sulla carta di viaggio; pochi minuti e si parte.

Passo della Raticosa

Si forma subito un gruppo piuttosto folto, siamo più di venti randonneur. I primi km di pianura scorrono velocemente sotto le ruote, forse un po’ troppo velocemente…il caldo si fa sentire, non è ancora iniziata la salita che la borraccia è già vuota…Marco Ciccarone conosce le strade e ci indica una fontana per rifornirci a dovere di acqua. Pare non vi sia vento, le gambe girano abbastanza bene, forse un po’ troppo allegre. E, infatti, poco prima di Monghidoro l’allegria passa e torno ad occupare il posto che mi compete: in fondo al gruppo!

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Si alza pure un leggero venticello. Però se si mantiene così è pure piacevole…ma non si mantiene così. A pochi km dalla Raticosa si fa decisamente più sostenuto…d’altra parte se questa zona è disseminata di pale eoliche un motivo ci sarà!

Intorno alle 20,00 siamo al Passo della Raticosa, una veloce sosta per bere qualcosa di fresco e, poi, imbocchiamo la discesa per San Benedetto del Querceto  dove ci attendono il primo controllo e ristoro. Il vento risulta piuttosto fastidioso e pericoloso in discesa con raffiche laterali, in alcuni punti la bici diventa difficile da governare. In ogni caso arriviamo al punto di controllo, qui ci aspetta un buon piatto di pasta necessario per affrontare la notte con i suoi 100 km di pianura.

La notte

Ripartiamo da San Benedetto, siamo sempre un gruppo di oltre 20 persone. L’andatura è molto sostenuta, tanto che il “Colonnello” Leone deve più volte richiamare alla moderazione: “piano che poi la paghiamo”!
Oltrepassiamo San Lazzaro di Savena e ci immettiamo  sulle strade di pianura che girano tra le province di Bologna, Ravenna e Ferrara. Scorrono i paesi di Molinella, Budrio, Argenta. Rimaniamo sempre al di fuori dei paesi, il traffico è scarso, non si trova un bar nemmeno a pagarlo a peso d’oro! Il controllo di Castel Guelfo non è vicinissimo, e più il tempo passa più la necessità di un caffè aumenta! Finalmente, intorno alle 23,30, vediamo un bar aperto: un caffè doppio è quello che ci vuole.

controventoRiprendiamo il nostro peregrinare per la pianura e, poco prima delle 2,00, arriviamo al controllo di Castel Guelfo. Il ristoro è ben fornito di panini, coca e caffè. Due chiacchiere, una battuta, qualche fotografia e si riparte alla volta di Dozza.

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Poco prima delle 3,00 siamo al cospetto della Rocca Sforzesca, che è sempre un bel colpo d’occhio! E qui ci scappa più una fotografia.

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Si riparte verso Faenza. Pochi km e, immancabile, arriva il colpo di sonno. Chiamo una sosta, urge un microsonno. Io, Carmine, Titti, Gianni e Roberto ci fermiamo, 20 minuti di riposo fanno miracoli in questi casi, soprattutto evitano di cadere e di farsi del male.

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Rimaniamo in cinque, il resto del gruppo ha preferito proseguire.

Faenza – Marradi

Da Faenza imbocchiamo la strada che conduce a Marradi, nemmeno a dirlo il vento è contrario e si fa sentire. La strada sale costantemente in falsopiano, le pendenze sono contenute ma il vento contrario le rende ostiche.
Albeggia…questa strada l’ho sempre fatta al buio. Infatti le precedenti edizioni della Ravorando si tenevano nel mese di aprile, la partenza era fissata alle 16,00 del sabato pomeriggio e le luci dell’alba ci davano il buongiorno non prima delle 6,30 quando eravamo in vista di Marradi.
Di fatto è  una strada nuova, non l’avevo mai vista alla luce del giorno; è proprio una bella fondovalle.
Sono da poco passate le 6,00 e Titti chiama una sosta, colpo di sonno…tutti giù dalle bici, una bella e comoda massicciata di cemento ci consente un microsonno.

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Poco dopo le 7,00 siamo a Marradi. E’ d’obbliogo la sosta al bar del paese. La barista quasi ci aspetta, sa che una volta all’anno dei ciclisti molto originali pedalano tutta la notte per fermarsi a far colazione da lei proprio all’orario di apertura del bar!

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Passo Carnevale – Palazzuolo – San Lazzaro

Dopo una robusta colazione affrontiamo i 5 km che ci separano dal Passo Carnevale, le pendenze sono più pronunciate e si fanno sentire, il passo rallenta visibilmente. La bellezza dei luoghi, però, lenisce la fatica. Adesso che ci penso è la prima volta che transito dal Carnevale con il sole, rivedendo le foto delle scorse edizioni la costante erano nuvole scure e minacciose.

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Dal Passo Carnevale scendiamo velocemente a Palazzuolo sul Senio dove Sergio ci attende con un ricco ristoro. Non è che si può rifiutare una fetta di pane e nutella…e allora si va con una seconda colazione! Arriva anche Moreno Castellani con il giovane Carlo alla sua prima randonnee. Da qui proseguiamo tutti insieme, ci separano da San Lazzaro ancora 90 km.

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Sino a Riolo Terme è praticamente discesa, da qui ci aspettano 50 km di interminabile pianura, neanche a dirlo, tutta controvento!
Le energie sono ridotte ai minimi termini, confesso che si è affacciato alla mia mente, più di una volta, il pensiero di imboccare la Via Emilia…no, non si può, qui non si bara!
Forza mancano 10 km…siamo prosciugati, vediamo un bar, ci fermiamo occorre bere qualcosa di fresco e assumere un po’ di zuccheri. La velocità di crociera non supera i 22 km/h…siamo cotti che più cotti non si può.

Siamo a San Lazzaro,vediamo la Polisportiva Pontevecchio, mandiamo avanti Carlo che oggi ha fatto davvero l’Impresa. Ci siamo, è fatta!

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I 400 km più duri della mia carriera di randonnuese! Avevo gambe per non più di 200 km, il resto li ho pedalati tutti con la testa e con la forza del gruppo che avevo intorno…sì perchè il gruppo la differenza la fa davvero e l’ha fatta anche questa volta!

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Potevo stare a casa a riposare, è vero, però non avrei visto Titti e Roberto conquistare la maglia della nazionale; Carlo portare a casa la sua prima randonnee; non avrei pedalato per 400 km in compagnia di Carmine e Gianni; non avrei conosciuto di persona Moreno Castellani; non avrei pedalato nuovamente con Fausto e Marco Ciccarone…e sì ancora una volta la decisione di partecipare è stata quella giusta!

Grazie a tutti compagni di viaggio!

E quando vi dicono che “è tutta pianura, cosa vuoi che sia…la pedali con una gamba sola” non credeteci…la pianura sfianca, se poi è controvento richiede un impegno doppio che la salita!

Ringraziamenti

Grazie a Sergio e a tutta la Ravonese per la perfetta organizzazione. Non ci avete fatto mancare nulla, siete una certezza!

A questo link il percorso Ravorando 

Written, edited and posted by Cinzia Vecchi “Cinziainbici”

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4 risposte a “Ravorando: una randonnee controvento!”

  1. Aspettavo giovedì per leggere il tuo resoconto e puntuale è arrivato . Complimenti scrivi come pedali, con entusiasmo.