Storie di 1001 Miglia – seconda parte: luoghi

Viaggiare per 1606 km in sella ad una bicicletta, come già scrivevo in un precedente post, è un privilegio. Nessuna barriera si frappone tra noi ed i luoghi che attraversiamo, ne diventiamo parte.

Il viaggio notturno, poi, regala dei “quadri” unici nella loro bellezza: la luna piena che si specchia nel Po e i suoi raggi che danzano sull’acqua; la Reggia di Colorno che da sola vale una pedalata di notte.

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Reggia di Colorno

E di nuovo, alla luce del sole, transitare dove il fiume di casa tua, la Secchia, si getta nel Po e pensare “ma quanta strada ha percorso dall’Alpe di Succiso per arrivare a Quingentole”.
Ancora pianura, attraverso Massa Finalese per giungere a Lugo di Romagna: pianura ventosa e respingente…quanta fatica per chi è abituato a pedalare riparato dalle colline della pedemontana!
Finalmente l’appennino romagnolo. Si sale al passo Sambuca, vediamo il giorno spegnersi e il profilo delle montagne illuminato dall’ultima luce crepuscolare,

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Verso il Passo Sambucae

la notte che si accende di una luce viva regalata dalla luna piena.
Si scende in Toscana, a Dicomano ci “regaliamo” cinque ore di sonno.

18 agosto

All’alba del 18 agosto è subito salita “cattiva” ma il contorno è unico: ulivi e vigneti, le terre del Chianti Rufina, del Pomino Rosso e del Nipozzano. Non fosse che è mattina presto verrebbe voglia di fermarsi per una “merenda” toscana: vino, finocchiona e formaggio!
Giunti al controllo di Vallombrosa pare che i volontari mi abbiano letto nel pensiero: la panzanella è pronta e servita per noi ciclisti…che spettacolo!
Si prosegue per la Val di Chiana sino a Chiusi Montallese. Da qui il nostro viaggio prosegue in terra umbra, verso Todi in un continuo saliscendi,

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Umbria

costeggiando per un breve tratto anche il lago Trasimeno.

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Lago Trasimeno

A sera arriviamo a Todi

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Todi, particolare

e ripartiamo immediatamente alla volta di Bolsena.
La strada ci regala la visione del Duomo di Orvieto che si staglia illuminato nella notte. Arriviamo a Bolsena a notte inoltrata ed è il suo castello che ci da il benvenuto (un vero peccato non essere riuscita a fare uno scatto). Al ristoro ci attende un panino alla porchetta e una doccia. Si sperava anche in qualche ora di riposo ma il luogo si dimostrerà troppo rumoroso.

19 agosto

Alle prime luci del giorno 19 agosto si riparte; la prima sosta è a Gradoli

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Gradoli

per una lauta colazione. Si prosegue per Pitigliano, la città del tufo, la cui visione mi toglie il fiato:

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Pitigliano

non l’avevo mai vista ma, in bicicletta, è stato un attimo fermarsi e scattare un po’ di foto.
Questa tappa è ricca di storia; infatti dopo Pitigliano ci attende Radicofani:

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Radicofani

una lunga ed assolata ascesa…ma le fontane non esistono in Toscana?!? E meno male che al termine della salita troviamo un furgone della Bo Frost e, rintracciato l’autista, ci facciamo vendere una scatola di gelati!
Superato Radicofani ci attende la bella San Quirico d’Orcia.

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San Quirico d’Orcia

A Castelnuovo Berardenga terminiamo la tappa; come sempre veniamo accolti al meglio dai volontari che ci servono la cena e incontriamo, per un saluto e qualche chiacchiera, Luca Bonechi e Fabio Bardelli.

20 agosto

Si riparte alle prime ore del giorno 20 agosto. Verso le h. 4,00 della mattina giungiamo a Siena. La sola visione di Piazza del Campo valeva la 1001 Miglia, il colpo d’occhio di questa piazza non ha pari

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Siena: Piazza del Campo

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Siena: Piazza del Campo

Il viaggio prosegue e così tocchiamo San Giminiano  e successivamente Staffoli dove ci attende una sosta – ristoro. E qui i volontari si sono decisamente prodigati facendoci trovare, oltre alla pasta, anche il riso freddo. Credo non saranno mai sufficienti i ringraziamenti verso coloro che si sono adoperati per accoglierci ed assicurarci un pranzo o una cena; la 1001 Miglia è quello che è anche grazie al loro lavoro.
Dopo Staffoli si prosegue verso le terre di Pinocchio, Collodi,

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Collodi

e qui risuonava la voce della nonna Maria che leggeva alla sua nipotina la favola di Pinocchio.
Le strade di Garfagnana e Lunigiana, con le Alpi Apuane,

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Alpi Apuane

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Lago di Gramolazzo

vedono le nostre bici al calare della sera. Giunti a Gorfigliano una veloce cena, un’ora di riposo e alla mezzanotte del giorno 21 si parte alla volta della Liguria.

21/22 agosto

Le prime luci dell’alba ci vedono a Levanto,

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Levanto

finalmente il mare dopo tanto appennino. Non fosse che il controllo di Deiva Marina ci attende, verrebbe voglia di scendere dalla bici, togliersi le scarpe, fare due passi in spiaggia e bagnarsi i piedi nel mare. Si prosegue per Deiva Marina, poi per il passo del Bracco ed il passo Scoffera . Finalmente il ristoro di Casella, e due piatti di pasta ci stanno proprio bene! E anche qui un plauso ai volontari che, per quanto possibile, cercano di accontentarci nelle nostre richieste.
E’ pomeriggio inoltrato e si riparte alla volta del Piemonte, Castellania ed i colli tortonesi ci aspettano. L’ultima salita è sempre la più dura, quanta fatica arrivare al Mausoleo di Coppi.

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verso Castellania

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Castellania

A questo punto mancano poco più di 100 km per concludere la 1001 Miglia, tempo ne abbiamo e, allora, ci fermiamo per la notte in albergo.
La mattina del 22 agosto ripartiamo che il sole deve ancora sorgere e , così, una splendida alba ci sorprende mentre transitiamo su di un ponte sul fiume Po

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alba sul Po

Insomma questa 1001 Miglia vuole sorprenderci sino alla fine. Si prosegue attraverso le risaie e la campagna ed alle h. 10,27 giungiamo a Nerviano e termina la nostra 1001 Miglia.
Un’Italia, anzi un pezzo d’Italia così solo la 1001 Miglia poteva farcela vedere, con tutto il bello e il brutto. Perché solo se diventi parte di ciò che attraversi lo puoi comprendere, amare e anche odiare.
Grazie 1001 Miglia! Ma tutto ciò è stato possibile grazie ai miei compagni di viaggio, Sonia e Leo, senza i quali non avrei mai intrapreso una tale avventura: grazie ragazzi!

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Cinzia, Leo e Sonia

written, edited and posted by Cinzia Vecchi Cinziainbici

 

 

 

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6 risposte a “Storie di 1001 Miglia – seconda parte: luoghi”

  1. Brava Cinzia, mi hai fatto ripensare ai bei momenti passati durante “il grande giaggio”!!!!