Si sale in Appennino per sfuggire al grigio della pianura, sono gli ultimi giri di stagione.
Si sale in bici e si sale a piedi.
Il sole e la nebbia, il grigio e il colore. Si gioca a nascondino in autunno, si pedala e si cammina alla ricerca di luoghi familiari celati dalle nebbie e ci si stupisce quando, un improvviso raggio di sole, apre uno squarcio e mostra lo spettacolo dei vigneti vestiti di mille colori.
Si sale in Appennino per sfuggire al grigio della pianura, sono gli ultimi giri di stagione.
Si sale in bici e si sale a piedi.
Pedalate solitarie, l’incedere lento, i colori che scorrono mano a mano che si sale, il sole che scalda e colora il volto.
Le montagne si vestono di rosso brunito e si fanno calorose, quasi a volersi protendere verso chi transita al loro cospetto per abbracciarlo.
E non si vorrebbe più scendere a valle.
In cammino
Salire in appennino in questa stagione è un esercizio dell’anima, anzi una ricerca e, finalmente, un incontro con l’anima del mondo.
In questi “strani giorni” si scende dalla bicicletta e si cammina.
Si va incontro lentamente ai “giganti buoni”, alle cime di casa nostra, così benevole e consolatrici.
Non si sale quassù per caso e con chicchessia.
Il cammino, per piccolo o grande che sia, è un atto da condividersi con persone speciali. E’ un accompagnare e un farsi accompagnare, dove la comprensione scorre e si trasmette senza bisogno di parole o spiegazioni. E quando è così diventa un privilegio.
E’ il privilegio della condivisione di pezzi di strada con anime e cuori immensi.
E’ il privilegio della condivisione della fatica fisica, e della comprensione della fatica e del dolore dell’anima. Perché questa difficilmente si può condividere (e quanto vorremmo farci carico di pezzi di dolore delle persone a noi care…), ma comprendere sì.
E’ il privilegio di arrivare in vetta insieme, restare ammutolite dinanzi ai “giganti buoni”.
E’ il privilegio di vedere un’amica incontrare chi cercava ed è il privilegio di averla accompagnata sin quassù.
E, finalmente, è il privilegio di sedersi insieme, di ascoltare il vento, di prendere l’abbraccio dei “giganti buoni” e trovare un po’ di serenità.
L’anima del mondo abita spesso nel nostro appennino, forse non può spiegare perchè la vita, a volte, va a cacciarsi in vicoli ciechi o ad imboccare strade imperscrutabili, ma infondere un po’ di sollievo e pace sì.
Written, edited and posted by Cinzia Vecchi Cinziainbici
Troppo bello . . . sei proprio brava.
Vuoi leggerlo in chiesa ?
A Sonia l’ hai già mandato ?
Ciao a domani
Grazie Eros, ho già provveduto :-*