Esattamente un anno fa, proprio in occasione del Randogiro dell’Emilia, si inaugurava questo piccolo blog, un “giochino” fatto in casa, nato per scherzo. Sinceramente non sapevo se e quanto sarebbe durato e, invece, dopo un anno sono ancora qua a scrivere sempre del Randogiro dell’Emilia!
Organizzazione
L’organizzazione del Randogiro dell’Emilia è una certezza, le polisportive di San Vito e Spilamberto non hanno lasciato nulla al caso, tutto ha funzionato alla perfezione: dall’accoglienza il sabato mattina con il bar aperto ad assicurarci caffè e brioche, i ristori lungo il percorso fornitissimi (non abbiamo patito la fame), la cena il sabato sera – notte al termine dei primi 300 km, la colazione ad Imola la domenica mattina, l’allestimento del dormitorio per chi desiderava riposare qualche ora, il pasta party finale…insomma non ci siamo mai sentiti soli durante tutti 600 km. Un enorme grazie all’organizzazione e a tutti i volontari, rimasti impegnati anche durante la notte tra sabato e domenica, per averci garantito assistenza e supporto per tutta la durata della randonnee.

sabato sera – notte, con Daniele Levoni dell’organizzazione della randonnee
Percorso
Il percorso ricalca in gran parte quello dello scorso anno, in un alternarsi di pianura, collina ed appennino tra le provincie di Modena, Reggio, Parma e Bologna, sconfinando per un tratto anche in toscana. Un percorso che risalta le carattestiche ed il carattere della nostra Emilia. Il dislivello è leggermente inferiore rispetto all’anno passato, sebbene rimanga importante con i suoi 5000 mt. Ed il gran caldo ha reso duri anche i tratti di pianura. La conoscenza del percorso, e l’esperienza dell’anno scorso, hanno consentito di prenderci più tempo per guardare, vedere i luoghi in cui stavamo pedalando: le colline parmesi,
- verso Sella di Lodrignano (Pr)
- verso Sella di Lodrignano (Pr)
- verso Sella di Lodrignano (Pr)
l’appennino reggiano e la Pietra di Bismantova,
- appennino reggiano
- la Pietra di Bismantova (RE)
- verso Villa Minozzo (RE)
- appennino reggiano
il Frignano , la pianura notturna noiosa e invisibile. E poi lo spettacolo dell’aurora e dell’alba: le luci che arrivano da est, dall’Adriatico e subito il pensiero corre al mare (non siamo poi così distanti pedalando nella campagna bolognese). La strada che conduce al Passo della Futa battuta da un fastidioso vento contrario, oltre 40 km in un alternarsi di saliscendi, per giungere agli ultimi 5 km con le loro pendenze a doppia cifra…la Futa è una certezza in quanto a nebbie e nubi bassi, credo di non avere mai visto il sole lassù.

verso il Passo della Futa
I bacini del Brasimone e Suviana, la Rocchetta Mattei,
- lago di Suviana (Bo)
- lago Brasimone (Bo)
- Rocchetta Mattei
e la strada infuocata verso Sasso Marconi e, finalmente, l’ultima ascesa: il Mongardino. Per chiudere quasi 50 km di pianura, gli ultimi 20 fanno perdere la pazienza tanta è la voglia di arrivare dopo oltre 34 ore trascorse a pedalare…finalmente San Vito, il Parco del Guerro: gli applausi dei volontari e degli altri randonneur presenti, ma soprattutto l’abbraccio della nostra Capitana Sonia.
Persone
Venerdì sera, 2 giugno, si comincia ad entrare nel clima rando, complice la presenza a San Vito di alcuni amici randagi: Franco, Rosy, Fausto, Graziano, Marco e Ivano. Ci si vede per una birra e con Marco, Capitano del gruppo simpatia, si prova a definire una strategia per i 600 km…la strategia sarà nessuna strategia ma, come sempre, “andare a sentimento”.

Marco, Capitano del gruppo simpatia
Sabato mattina alla partenza ci siamo tutti: randonneur e sostenitori. Io ed Eros in rappresentanza del team più bello del mondo: Facebike Team! La Capitana, che non pedalerà con noi, presente ad assicurarci il suo sostegno.

Eros, io e Sonia
E Poi le amiche randagie,

Amiche randagie: Nadia, Sonia, io e Rosanna
il Colonnello Leone con la sua voce stentorea già alle 7,00 del mattino, il rando-rasta Marco, Moreno, Maria che vedremo solo alla partenza perché troppo veloce e Nadia ed Enzo con il loro tandem.
Le randonnee sono le persone, quelle con cui la pedalerai dall’inzio alla fine, quelle con cui condividerai solo un pezzo o pezzi di percorso, quelle che incrocerai solo ai ristori o ai punti di controllo. Ma tutte ti lasceranno qualcosa.
Saremo in cinque a pedalare insieme tutti i 600 km: io, Eros, Marco, Max e Ivano. Per lunghi tratti pedaleremo anche con gli amici Rosanna, Franco, Fausto, Graziano e Giandonato nonché con Fabio, con i quali puntualmente ci ritroveremo a tutti i ristori e alle soste bar!

io, Marco, Ivano, Eros e Max

sosta a Sella di Lodrignano

pedalando verso Sella
Si parte e, primo episodio “simpatico” di giornata, Max si avvede di avere sbagliato scarpe…per fortuna il primo controllo è presso un negozio di bici cosicchè sarà possibile rimediare all’errore con un rapido cambio di pedali…i randonneur oltre che strani sono anche un po’ svaniti a volte…come dice Eros “la bici fa bene a tutto il corpo tranne che alla testa!!”
Ripartiamo da Carpi alla volta di Sella di Lodrignano, nel parmense, e non appena la strada inizia a salire comincia, con Marco, il gioco a scappare, ad andare in fuga giusto per due curve oltre le gambe non reggerebbero…in fondo, come dice Marco, dove non arrivano le gambe arriva la simpatia, da qui il nome di “gruppo simpatia”.
Scorre la salita di Castelnovo né Monti, e Villa Minozzo, e scorrono davanti ai nostri occhi le cime dell’appennino reggiano e quella meraviglia chiamata Pietra di Bismantova.

Pietra di Bismantova

la Pietra di Bismantova (RE)
Poco prima di Villa Minozzo ritroviamo il gruppo Rosanna “arricchitosi” della presenza di Leone. Procederemo, più o meno compatti, sino a Pavullo ove io, Marco ed Eros ci fermeremo per un gelato ed attendere, così, Max e Ivano. Per un momento accendo il telefonino e mando un aggiornamento, via whatsapp, agli amici e componenti del Facebike Team, immediate le risposte e le parole di sostegno alla nostra “piccola – grande” impresa: e allora si va avanti ancora più motivati! Marco, poi, mi dice una cosa che mi riempie il cuore: “si vede che siete un gruppo, siete dei generosi” solo per questo riconoscimento valeva la pena di fare 600 km! Tra “generosi” ci si riconosce, vi sono affinità d’animo che si attraggono…e va a finire che si pedalano insieme centinaia di migliaia di km!
L’ora del tramonto ci coglie percorrendo i tornanti di Renno in discesa, e la luce del crepuscolo ci accompagnerà lungo la fondovalle Panaro sino a Marano. Alle 22,30 avremo concluso i primi 300 km. Un piatto di pasta ed un paio d’ore di riposo, poi si ricomincerà a pedalare verso le h. 1,30. La notte ci vedrà affrontare i 100 km più noiosi di tutto il percorso: la pianura bolognese non passa più! Occorre escogitare qualcosa per non addormentarsi: si prova a pedalare più forte; si salutano le rare persone ancora in giro.

Eros che tira il gruppo di notte
Gli avventori di qualche bar aperto in piena notte che fischiano e urlano al nostro passaggio:”Il giro d’Italia! Bravi!!” E Max che dice:” a quest’ora della notte c’è gente strana in giro” all’uniso rispondiamo: “ a partire da noi che pedaliamo alle 3,00 del mattino e su bici che paiono alberi di natale tanto son piene di lucine!”
Poco dopo le 4,00 il cielo, verso est, inizia debolmente a tingersi di rosso, è l’aurora…certi spettacoli non esigono prenotazioni né pagamento di biglietto, spontaneamente si donano a chi li cerca e li vuole vedere:
“A tutti è dovuto il mattino, ad alcuni la notte. A solo pochi eletti l’aurora” – Emily Dickinson
Tra poco più di un’ora ci sarà un nuovo spettacolo: l’alba! Insomma pedalare di notte ha i suoi pregi.

l’alba in bici

alba
A Imola arriviamo alle 6,00, al punto di controllo ci aspetta la colazione, una sedia per riposare…e ci scappa anche un microsonno di un paio di minuti.

Imola, Marco si riposa

Imola, Max
Comincia la strada della Futa, bella ma “fetente”, i continui saliscendi risultano fastidiosi dopo avere già percorso 400 km. Gli ultimi 5 km, poi, fanno male con le loro pendenze a doppia cifra. L’aspetto positivo è che, rispetto allo scorso anno, la luce non si è spenta e non ho patito alcuna crisi.

ultimi kilometri della Futa
Al Passo della Futa, quando mancano poco meno di 150 km al traguardo, può cominciare il conto alla rovescia, soprattutto per Ivano il quale, se porterà a termine questo 600, avrà conquistato la maglia della nazionale. Anche io conquistai la maglia della nazionale su queste strade lo scorso anno, fu un bel traguardo…e lo sarà sicuramente anche per Ivano.
Proseguiamo a pedalare, costeggiamo i bacini del Brasimone e di Suviana e, poi, via verso Sasso Marconi: ma quanto caldo fa! E siamo sul Mongardino…le salite son finite, possiamo sostare cinque minuti in più al bar, mancano solo 50 km al traguardo e abbiamo tutto il tempo che vogliamo.

sul Mongardino, sosta
Forza che si riparte, ultimo sforzo nella pianura bollente…si vede il cartello di San Vito, entriamo al Parco del Guerro: dopo 34 ore e 25 minuti è fatta! “Gruppo simpatia” promosso a pieni voti! Facebike Team una garanzia!

Eros ed io all’arrivo

gruppo simpatia
E’ sempre un’impresa portare a termine un 600 km, non è semplice da gestire di gambe e di testa. Lo scorso anno patii una grossa crisi, quest’anno l’ho evitata, si impara e si immagazzina della esperienza. Ma soprattutto si impara dai propri compagni di viaggio. Le squadre le fanno le persone e se queste sono “generose” hai già vinto in partenza!
A questi link il percorso Randogiro Emilia primi 300 km Randogiro Emilia seconda parte Randogiro Emilia terza parte
Bel racconto peccato che io ho fatto solo i 300 Km, perciò non ho potuto rivivere tutto il viaggio ciao
Grazie Oscar, molto bella anche la seconda parte del percorso, un poco noiosi i 100 km di pianura per arrivare a Imola. Ci vediamo per