Il giro del Monte Baldo

 “…pedala senza pensare a nient’altro che alla strada che percorri” Conan Doyle

“Ufff…ormai le strade dell’appennino le abbiamo battute in lungo e in largo, i paesi e i borghi li conosciamo quasi tutti” –  “Dai, però, ci sono ancora tante stradine che non aspettano altro che essere scoperte…poi, lo so, qualche volta non mi dispiacerebbe andare in trasferta a scoprire altri luoghi e strade, solo che quest’anno capita sempre qualcosa tra capo e collo…” – “Appena hai un momento tranquillo pensa a un giro, a una salita che non abbiamo mai fatto” – “Dai, ci provo”

Queste cose ce le dicevamo a fine maggio, la mia testolina comincia a lavorare e pensare…ma sì, ci sarebbe quella bella montagna che, nelle giornate invernali di sereno, si lascia ammirare dalle nostre colline, sì proprio lì, sulla sponda orientale del Garda: eh, il Monte Baldo. Quasi, quasi, non è lontano, in giornata si riuscirebbe pure a fare un bel giro…nemmeno il tempo di abbozzare l’idea che un imprevisto sembra mandare all’aria tutto. 
Per fortuna la cosa si dimostra meno grave del previsto e la situazione si risolve al meglio.
E allora sotto ad organizzare la trasferta al Monte Baldo per sabato 5 giugno.

Il gruppo

Come di consueto mando un po’ di messaggi: Carmine ci sarà; Paolo, che conosce bene i posti, si incarica di tracciare il percorso; Maria, in prima battuta è titubante: “sono sempre in bici, forse è meglio che mi riposi un poco”, venerdì mi chiama: “ho deciso di venire”…lo spirito randagio ha avuto il sopravvento! Il Capitano Leo: “mah, ti so dire” – “Ok, ci sono”!
Paolo mi invia alcune informazioni sul giro: 150 km, 2200/2300 d+, da Peschiera al Rifugio Graziani salendo da Caprino – Spiazzi. 
Bene, mi dico, se non ricordo male è tutta salita pedalabile…e, invece, strada facendo, mi accorgerò che ricordavo proprio male, anzi, malissimo!!

Da Peschiera del Garda a Ferrara di Monte Baldo

Una veloce colazione a Peschiera e, alle 8,00, siamo già in sella alle nostre bici. Percorriamo la gardesana sino a Lazise dove incontriamo Maria. Praticamente è dalla Sicilia No Stop del 2018 che non riusciamo a pedalare insieme, solo qualche veloce incontro durante le randonnee nel 2019 poi, beh sappiamo tutti cosa è successo e pedalare in gruppo non è stato possibile.
E, come sempre accade durante questi incontri, è come se non ci si fosse mai perse di vista e riannodare del discorso è semplicissimo.

Saliamo chiacchierando sino a Caprino Veronese, la strada non presenta particolari difficoltà se non qualche breve strappetto, tipico delle strade collinari.
La giornata si presenta abbastanza bene, c’è il sole, magari un po’ troppo umidità che, salendo, coprirà con una patina di grigio il sottostante Lago di Garda impedendone, di fatto, la vista.

A Spiazzi facciamo una breve sosta alla fontana per rifornire le nostre borracce.

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Sento Paolo, Leo e Carmine che discutono di pendenze: “sì ci son dei tratti al 15%, poi c’è un drittone al 19%…” Ops, barcollo…”ma non era tutta pedalabile?!?” – “Ma quando mai! Chi te l’ha detto?” – “Veramente nessuno, era un’idea che mi ero fatta io quando salita al Graziani in auto…che, poi, non so mica se avevo fatto questa strada”
Io son così, prima di un giro assumo le informazioni essenziali per non perdermi, difficilmente vado a studiare per filo e per segno altimetrie e pendenze. Mi piace scoprire il percorso strada facendo, meravigliarmi per la bellezza di uno scorcio o “tirare un accidente” per una pendenza eccessivamente ruvida. Ciò che mi ispira è un “insano” ottimismo, per cui la salita sarà sicuramente sempre dolce e pedalabile…poi capitano i tratti “feroci” che mi lasciano un poco stranita ma subito mi convinco che saranno solo pochi metri di sofferenza. Perché, per me, la bici è questa, per quanto ti faccia patire sarà sempre maggiore la soddisfazione e la gioia che ti procurerà. Per cui, sì, la salita sarà sempre dolce e pedalabile! 

Riprendiamo a pedalare, in breve siamo a Ferrara di Monte Baldo con la sua inconfondibile Chiesa 

Monte Baldo

Da qui iniziano i dolori.

Da Ferrara di Monte Baldo a Malga Prà Alpesina

Il Monte Baldo ci accompagna sempre alla nostra sinistra, le nuvole giocano alle eterne indecise, adagiandosi a tratti sul fianco della montagna per, poi, rialzarsi repentinamente.
La strada, invece, si mostra decisa, fin troppo: la pendenza non scende mai sotto il 9%, sovente tra il 10 e l’11%. Nei pressi di Novezza il 15% rimane fisso sul Garmin per un lungo tratto. Oltrepassato l’osservatorio riprendiamo fiato, non per molto però. La strada ricomincia ad arrampicare, d’improvviso scorgo un cartello mi pare di leggere 10% ma mano a mano mi avvicino quello 0 assume sempre più le sembianze di un 9…19%!!

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Maria e Leo, gambe da scalatori, sono notevolmente avanti, puntini lontani, come alla Sicilia No Stop…ti ricordi Maria?; Carmine, con l’inconfondibile maglia della nazionale sta scalando il tratto al 19%; Paolo è rimasto con me ma gli dico di procedere con il suo passo, non vorrei mai farlo cadere nel caso dovessi mettere il piede a terra…in effetti la strada fa impressione, proprio un bel muro!

Non resta che mettersi di buona lena, una pedalata dopo l’altra, e non farsi impressionare oltremodo. Sbuffo come una locomotiva a vapore ma le “zampe” paiono reggere, il Garmin mi prende in giro segnando una velocità oraria pari a 0: praticamente ha perso il satellite. Ancora un paio di pedalate e il tratto feroce termina. Dai è andata, le gambe bruciano un poco, non ho messo il piede a terra, sto attraversando una bellissima montagna e sono davvero contenta. 
A Malga Prà Alpesina Leo, Maria, Carmine e Paolo sono fermi alla fontana. Io arrivo con un sorrisone stampato sul volto. Mi rendo conto che è la prima volta, da mesi, che, mentre pedalavo, pensavo solo ed unicamente a quanto stavo facendo! Nessun pensiero esterno ed estraneo a disturbarmi…solo ed unicamente la mia pedalata ed i miei Amici! 
Il tempo di rifornire le borracce e di qualche foto e ripartiamo alla volta del Rifugio Graziani.

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Adesso la strada è davvero più morbida; in breve siamo a Bocca di Navene dove ci fermiamo un momento per ammirare il sottostante Lago di Garda. Paolo scatta una foto a me e Maria che ritrae davvero l’immensa gioia di essere lì, dopo diverso tempo, finalmente insieme.

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Siamo il Rifugio Graziani, uno sguardo al Monte Altissimo e ai tanti escursionisti che salgono in vetta (una escursione che consiglio a chi ama camminare). Lancio uno sguardo al Garmin e mi rendo conto che in 60 km abbiamo fatto quasi 2000 d+…perché a noi la salita ci piace poco!!

A San Valentino le nostre strade si dividono, Maria scende ad Avio, mentre io, Carmine, Paolo e Leo prendiamo la strada per Brentonico. Non ci si può ancora salutare con un caloroso abbraccio ma è come lo avessimo fatto, in fondo questa pedalata è stata un grande abbraccio come se un filo invisibile ci tenesse uniti attraverso le nostre bici.

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Oltrepassiamo Brentonico, a Mori abbandoniamo la strada per pedalare sulla ciclabile sino a Torbole dove, puntualissimo, il vento contrario ci aspetta al varco! Si vede che si sentiva solo…ci accompagnerà, sulla gardesana orientale, sino a Peschiera. Praticamente ha trasformato gli ultimi 50 km di pianura in un’altra salita!
Arriviamo a  Peschiera circa alle 16,30: 150 km e 2347 d+. Quando si dice la precisione di Paolo: ci aveva promesso un giro di 150 km e circa 2200/2300 d+ e così è stato. 
Immancabile la birretta finale per salutarci e brindare a un così bel giro.

A questo link i dettagli del percorso: Giro del Monte Baldo 

Written, edited and posted by Cinzia Vecchi “Cinziainbici”

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6 Replies to “Il giro del Monte Baldo”

  1. Ciao Cinzia, ho letto molto attentamente quello che hai scritto, e proprio per questo, prima di fare quel giro..%🙈ci penserò; il19% non riesco a farlo neanche con la calcolatrice 😂
    Avendo conosciuto di sfuggita Leo e Maria in Sicilia, il tuo giro mi ha permesso di rivederli. Leggerti è sempre una bella emozione. Continua a pedalare, e continua scrivere.👍🦋👏

    • Alfio quel 19% si fa, ci son riuscita io…ci riescono tutti 😉 il tempo per scrivere è sempre poco ma quel poco lo difendo strenuamente, per cui, continuerò a scrivere. Grazie di cuore per le tue parole

  2. Complimenti Cinzia, sei come il vino buono, con il tempo diventi sempre più “bevibile”! I tuoi racconti ci trasportano sempre di più sulle tue strade. Spero di incontrarti il prossimo anno quando tutto sarà più tranquilo e mollerò le granfondo.