La speranza è un fiore che viaggia in bici

“E bastava la letizia di un fiore a riportarci alla ragione”Alda Merini

Antefatto

Questo post avrei voluto scriverlo e pubblicarlo alla vigilia del lockdown, quando solo la Lombardia e alcune province di Emilia e Veneto vennero dichiarate zone rosse. Poi, tutta l’Italia si ritrovò, dalla sera alla mattina, “chiusa in casa”. Presa dagli eventi non mi decidevo a concluderlo o, meglio, a dargli un senso compiuto.

Ma andiamo con ordine.
Domenica 1° marzo, durante la mia ultima uscita in bici, mi venne l’idea di organizzare due “randagiate” autogestite una volta che fosse terminata l’emergenza sanitaria: una a Firenze e l’altra a Milano.
Nel corso del lockdown questa idea ha continuato a ronzarmi per la testa e ad assumere un significato quasi simbolico.

Un fiore per Manzoni, Dante e Boccaccio

Come ho scritto nei miei due precedenti post (Un mondo provvisorio Una Maglietta al giorno ) la lettura è stata fondamentale durante il lockdown. E’ stata l’occasione per riscoprire tre immensi esponenti della letteratura italiana: Manzoni, Boccaccio e Dante. 
La peste del 1348, che fa sfondo al “Decameron”, e quella del 1629 descritta dal Manzoni ne “I Promessi Sposi”: la disgregazione dei rapporti umani, familiari e sociali ma anche l’esempio di chi non si fece sopraffare e seppe reagire. 
Questi eventi del passato non possono sicuramente essere paragonati con quanto da noi vissuto. Ma ciò che ci hanno lasciato questi autori sono strumenti, chiavi interpretative per comprendere le umane reazione a questi eventi e a come provare a curarne le ferite.

Nei giorni che non volevano passare, il tempo l’ho “ingannato”, anzi, impiegato rileggendo ampi brani di questi autori. Il loro aiuto è stato fondamentale. Perché la letteratura è così, non ti abbandona se le hai lasciato una porta socchiusa, entra e lascia i suoi semi. E quando più ne avrai bisogno quella pianta inizierà a germogliare e quel fiore a sbocciare.

Boccaccio, che la peste l’aveva vista rimanendone colpito negli affetti più cari, a seguito di quell’evento compone il “Decameron”, un inno alla vita!
Manzoni descrive il caos in cui precipita Milano ma, allo stesso tempo, gli esempi di fermezza, rettitudine e speranza come Padre Cristoforo.
Dante che, nella prima cantica della Divina Commedia, l'”Inferno”, dallo smarrimento “in una selva oscura”, in un viaggio attraverso le più profonde paure dell’uomo, ci riporta a “riveder le stelle”.

Ecco allora spiegate le mete delle due “randagiate” autogestite: Firenze e Certaldo, per portare un fiore a Dante in Piazza Santa Croce ed uno alla casa natale di Boccaccio, e Milano per un fiore alla casa natale del Manzoni.
Un fiore a chi ci ha dato speranza, a chi della speranza ha fatto il filo conduttore delle sue opere e l’ha condotta sino a noi.

Due “randagiate” per ritrovare e rincontrare gli Amici randagi dopo l’isolamento.

Un viaggio, anzi due, che sono essi stessi speranza. La speranza di ricominciare a vivere, di ritornare a pedalare sulle strade come piace a noi “né forte né piano ma sempre lontano”; la speranza che è insita nel viaggiare pacifico e pulito a due ruote.

fiore

Avrei potuto scegliere l’auto per raggiungere Firenze e Milano, ma la bici è il modo per riappropriarmi a pieno della mia passione, una sorta di riparazione di quanto mi ha privato il lockdown.

Un fiore perché è speranza, tenacia e incoscienza. Penso alla ginestra che, a dispetto di tutto, continua a provarci e a fiorire nei luoghi più impensati, anche sulle pendici dei vulcani ben sapendo che potrebbe essere travolta da una colata lavica; oppure alle margherite che, in una strada, tra due sassi, imperterrite fioriscono incuranti del pericolo di poter essere calpestate da un passante distratto.

fiore

Ecco il senso delle mie “randagiate”!

A luglio la mia idea è quella di scavallare l’appennino e scendere a Firenze e Certaldo. La traccia, puramente indicativa, è questa

nelle prossime settimane la studierò meglio anche in base alla situazione e condizione delle strade.

A settembre, una bella pedalata attraverso la pianura padana, per raggiungere Milano. Questa è la traccia indicativa, da studiare nei dettagli nelle prossime settimane

Ovviamente sono randagiate aperte, chi vuole può tranquillamente aggregarsi, anche solo per un tratto. E spero potrà essere l’occasione per rivederci e pedalare di nuovo insieme con tanti amici. 
Contattatemi se siete interessati.

Written, edited and posted by Cinzia Vecchi “Cinziainbici”

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4 risposte a “La speranza è un fiore che viaggia in bici”

  1. Cinzia sarete così tanti che creerete problemi alla circolazione.🤫🤫
    Idea molto bella soprattutto, ma non solo, per i motivi da cui hai preso spunto.👏👏✌️

  2. Mi piacerebbe, l’idea e bella, l’ispirazione buona, vedrò in base al lavoro e a come starò con l’allenamento, adesso purtroppo sono in stop obbligato per una caduta che mi ha messo fuori uso una spalla. Tu a che periodo avresti pensato?

    • Accidenti mi spiace per l’incidente che ti è occorso, rimettiti al meglio 😉 come periodo pensavo a luglio per Firenze e settembre per Milano. Nei prossimi giorni decido e ti faccio sapere