Le Valli Parmensi: pedalando da ristoro a ristoro

E’ questa la mia terza partecipazione alla Randonnée delle Valli Parmensi. Sì, perché una volta scoperta, poi, non ti stanchi più di parteciparvi!
La prima edizione cui partecipai, nel 2017, fu particolarmente fortunata, una giornata di fine marzo, baciata dal sole e con temperature decisamente gradevoli. La seconda partecipazione, nel 2018, fu funestata da un meteo davvero inclemente che mi impedì di portarla a termine.
Quest’anno mi risolvo a partecipare nuovamente anche attratta dalle novità apportate al percorso.
Come sempre un rapido giro di messaggi e telefonate ed il gruppo randagio è bello che costituito: io, Paolo, Marina, Giovanni e Carmine.

Domenica 20 marzo

La partenza è fissata da Lemignano, poco fuori Parma, alle h. 8,00.
Intorno alle 7,15 siamo già nel parcheggio. Come sempre la partecipazione è piuttosto numerosa (oltre 700 iscritti), complici i quattro percorsi di diverso chilometraggio proposti dagli organizzatori ( Filippelli Vecchia Parma) in grado di attirare anche chi non è avvezzo alle lunghe distanze.
Ritiriamo le carte di viaggio e ci incolonniamo per la partenza. Oggi con noi pedala anche il tandem di Graziano, ciclista non vedente alla sua prima partecipazione ad una randonnée.

Nell’attesa salutiamo gli amici randonneur venuti da fuori regione: Donato, Monica, Marilena, Maria Grazia ecc..
Alle h. 8,15 il primo colpo di pedale, siamo in strada pronti a goderci questi 200 km.

ristoro

Parma


Nonostante la bella giornata soleggiata saranno il freddo ed il vento che, evidentemente, si sono iscritti al Campionato Italiano Randonneur perché non mancano mai, a deliziarci della loro compagnia!
I primi 50 km scorrono tra pianura e tratti vallonati, su strade secondarie e poco trafficate.
A Montechiarugolo, presso il castello, il primo controllo. Sbrighiamo le formalità velocemente dato che non è previsto alcun ristoro…ma come non vi danno da mangiare?!? Aspetta, aspetta, non arrivare a conclusioni affrettate; pazienta ancora qualche km e vedrai cosa hanno approntato gli organizzatori…In breve siamo a Roncolo di Quattro Castella dove ci concediamo un caffè prima di affrontare le rampe “sgarbate” della salita che conduce a Canossa.

Nelle terre di Matilde di Canossa

Giunti a Quattro Castella affrontiamo la prima asperità di giornata: l’ascesa al Castello di Canossa. Mi capita raramente di salire a Canossa da questo versante e, subito dopo le prime rampe, mi ricordo chiaramente il perché: un continuo alternarsi di rampe ruvide e sgarbate! D’altro canto, i tempi in cui la Contessa Matilde esercitava il potere su queste terre non lasciavano spazio a gentilezze di sorta e ben si comprende, come le sue residenze, non potessero essere di facile accesso.
Insomma dieci km di pure rasoiate nelle gambe ma, lo stesso, spettacolari:  il Castello di Bianello e i caratteristici  calanchi, i nervi della mia terra d’Emilia!

ristoro

Bianello

Rampa dopo rampa, finalmente scorgiamo ciò che resta del Castello di Canossa.
Proprio sotto al castello è posto il secondo punto di controllo e il primo ristoro. 
Ci avviciniamo per mettere qualcosa sotto i denti e, sorpresa, c’è l’Emilia in tavola con tutta la sua sapiente tradizione: il Parmigiano Reggiano, il prosciutto di Parma, il salame di Felino, il pane, il tutto distribuito con generosità, senza lesinare, dai gentilissimi volontari dell’organizzazione. “Prendete pure, non fate complimenti” – “guarda giusto una fetta di salame e un pezzettino di Parmigiano” -”Prendine anche due o tre di fette di salame che non ti fanno mica male!”. Sì, perché, la dieta la facciamo, poi, un altro giorno! E, poi, chi sono io per dire di no ad un piatto di salumi?!? Vuoi mica che li offenda…

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Vi dirò, ci sarebbe stato bene anche un buon bicchiere di lambrusco ma siamo qui per pedalare e non è propriamente indicato…vorrà dire che lo berremo al termine della randonnée.
Dopo esserci nutriti a dovere, scattata qualche fotografia, è tempo di ripartire.
Una nota di merito al tandem di Graziano: i ragazzi hanno una buona gamba, mica si son fatti intimorire dalle pendenze a doppia cifra! 
Scendiamo verso Ciano d’Enza, il tandem ci supera a doppia velocità; in una curva rallento e mi fermo un momento ad ammirare il Castello di Canossa che svetta orgoglioso sui calanchi.

ristoro

Canossa

I Castelli del Ducato   

Superiamo Ciano d’Enza e Traversetolo e, in breve, siamo nei pressi del Castello di Torrechiara. Una rampa feroce di 300 metri e ci ritroviamo all’interno del maniero: praticamente hanno apparecchiato per noi! Diciamolo i punti di controllo/ristoro sono solo una scusa per deliziarci con i sapori della tradizione emiliana. Anche qui un trionfo di salumi e parmigiano…insomma gli organizzatori della “Filippelli Vecchia Parma” hanno deciso che nemmeno un grammo del nostro peso deve andare perduto in questi 200 km, anzi, se possibile dobbiamo portare a casa qualche etto (o kg?!?) in più!

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Lasciata Torrechiara  ci dirigiamo verso Felino, attraverso le colline che, a vederle da lontano, paiono dolci e sinuose ma, in realtà, celano un’anima nervosa che si mostra nelle costanti pendenze a doppia cifra. E, però, la bellezza dei luoghi è tale che gli si possono pure perdonare questi colpi di nervoso! 
Nemmeno a dirlo a Felino, all’interno del castello, vi è la sede del museo del salame. Ovviamente, anche qui, ristoro con tavoli imbanditi…l’ho già detto e lo ripeto, chi siamo noi per rifiutare tutto questo ben di Dio?!? Ecco, appunto, accettiamo di buon grado e mettiamo qualcos’altro nello stomaco. 

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Dopo aver fatto onore alla tavola risaliamo in sella e riprendiamo il nostro viaggio. Attraversiamo il bellissimo giardino della Rocca di Sala Baganza e, da lì, proseguiamo per Tabiano dove è posto un altro punto di controllo con relativo ristoro…non sia mai che patiamo fame!
Da Tabiano, in breve, superiamo Salsomaggiore Terme da dove affronteremo l’ultima fatica di giornata: i 12 km della salita dei Mille Pini.
La stanchezza comincia a farsi sentire ma, per fortuna, questa lunga salita non presenta pendenze cattive e impossibili. Ognuno del proprio passo saliamo verso il Valico di Sant’Antonio, godendoci il silenzio e il verde dell’appennino parmense. Non conoscevo questa salita e questa parte della provincia di Parma, è stata proprio una piacevole scoperta. Mi sa che ci tornerò per esplorarla in modo più approfondito.

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Al valico il nostro gruppo si riunisce; ci avviciniamo al tramonto e l’aria sta diventando più fredda, indossate le mantelline antivento, affrontiamo la lunga salita che ci porterà a Varano dei Melegari, sede del Castello Pallavicino, dell’autodromo e della “Dallara Automobili”…eh sì, siamo in Emilia e, oltre alla buona cucina ed ai prodotti della terra, progettiamo e costruiamo anche delle “discrete” automobili. 
Al Castello Pallavicino è posto l’ultimo punto di controllo e, neanche a dirlo, l’ultimo ristoro…è l’ora dell’aperitivo, non vuoi mangiare un pezzettino di parmigiano?!?

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Scattiamo un paio di foto e ripartiamo per gli ultimi 40 km di pianura. Mettiamo in funzione i dispositivi luminosi, considerato che il sole calerà di lì a poco.
Intorno alle 18,45 siamo di nuovo a Lemignano.
Ci attendono i volontari della Filippelli Vecchia Parma per il ritiro delle carte di viaggio, la consegna del diploma e della medaglia di finisher. 

ristoroSi scherza sul fatto che i punti ristoro non erano un granché forniti e che abbiamo mangiato poco! 
E, comunque, ci dicono non è finita qua, potete accomodarvi per il pasta party.
Che dire, ci aspettavamo giusto un piatto di pasta; e, invece, no: tortelloni alle erbette, un piatto di prosciutto e un buon bicchiere di lambrusco.
Vedi che avevo ragione, che il lambrusco, alla fine, lo avremmo trovato.

Insomma la Randonnée delle Valli Parmensi è un appuntamento imperdibile, una festa a pedali, con contorno di prelibatezze emiliane, paesaggi unici, architetture storiche che spaziano dal medioevo al rinascimento e oltre. Questa randonnée è un gioiellino che racchiude l’essenza e l’anima dell’Emilia.

Ringraziamenti

 

Uno speciale ringraziamento  va ai miei Amici e compagni di viaggio: Paolo, Marina, Giovanni e Carmine. Come sempre abbiamo pedalato bene, ci siamo goduti il viaggio e, soprattutto, ci siamo divertiti.
Un grande applauso al tandem e a Graziano che ha portato a termine la sua prima randonnée che, son sicura, sarà la prima di tante a venire.

E, soprattutto, grazie agli organizzatori, Filippelli Vecchia Parma, per avere saputo confezionare una randonnée a cinque stelle! Bravi davvero, per l’accoglienza, la cura nella predisposizione dei punti di controllo e dei ristori, per il percorso. E grazie alla disponibilità e gentilezza dimostrata da tutti i volontari.
Insomma ritorneremo, non vi libererete di noi!

Written, edited and posted by Cinzia Vecchi “Cinziainbici”

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4 risposte a “Le Valli Parmensi: pedalando da ristoro a ristoro”

  1. Nuovamente un bellissimo ed esauriente reportage di una randonneè che, con questo racconto, farà sicuramente altri proseliti. Complimenti Cinzia, sei unica (ma anche Pino non è da meno). Buone pedalate.
    Gigi.