La mia 1001 Miglia 2021 dietro le quinte

“La bicicletta non è un viluppo di metallo, un insieme inerte di leve e ruote. E’ arpa birmana. Sinfonia. Un dono della vita. Trasforma in musica storie di uomini” – Claudio Gregor

Cinque anni fa , la 1001 Miglia d’Italia la pedalavo (a questi link trovate il mio racconto Storie di 1001 Miglia: i volti  Storie di 1001 Miglia: luoghi     Storie di 1001 Miglia: emozioni)

Quest’anno non è stato possibile. Capitano cose più grandi che la vita ti chiede di affrontare e che vanno accettate anche se impediscono di dare libera espressione alle nostre passioni. La vita è anche accettazione di eventi imprevisti, ma, per quanto mi riguarda, ciò non significa passività, inerzia, piuttosto rappresenta uno stimolo a cambiare e costruire qualcosa di diverso intorno all’imprevisto. E, allora, se non si può più pedalare come prima non è che ci si ferma ma, semplicemente, si pedala meno adattandosi ad altro. E, così, ho pensato, se non posso pedalare la 1001 Miglia 2021 posso, comunque, parteciparvi in altra modalità.
Una rapida scorsa al percorso ed ai punti controllo e scopro che uno di questi non è poi così distante da casa mia. Beh, mi metto a disposizione per dare una mano nell’accoglienza dei randonneur.  
Detto fatto. Comunico la mia disponibilità a Lorenzo. 
Conosco i randagi, lo sono anche io, e so che quando arrivano ai controlli se vedono qualcuno di loro ad accoglierli sono più contenti, quasi rinfrancati, qualcuno che sa e capisce cosa stanno facendo. Qualcuno che sanno non si arrabbierà se gli scapperà una parola di troppo dettata dalla stanchezza.

Giovedì 19 agosto: la 1001 Miglia 2021 passa da Massa Finalese (Mo)

L’apertura del punto di controllo è prevista per le h. 1,30 del mattino. Visionando i passaggi ai punti di controllo precedenti ci avvediamo che i primi transitano alcune ore dopo l’apertura degli stessi. Probabilmente la modifica del percorso rallenta il passo. Un breve breve briefing telefonico e decidiamo, come stanno facendo i controlli precedenti il nostro, di aprire qualche ora dopo. Alle h. 7,00 sono a Massa Finalese; sono già presenti Lorenzo e i volontari del Team 9. Il luogo si presta bene, è un centro sportivo adiacente le scuole medie: docce, palestra per dormire, spazio all’aperto per allestire i tavoli. In merito alla registrazione dei passaggi si utilizzerà una specifica applicazione. Alle h. 8,00 è tutto pronto 

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Inizia l’attesa. Lorenzo sente i controlli prima di noi per capire a che ora arriverà il primo. Non è ancora a Lugo. Ci possiamo mettere comodi, passeranno ancora alcune ore. 
Alle h. 14,10 arriva il belga Cappuyns Sven

1001 Miglia 2021

Un paio di ore dopo transita il secondo, un tedesco. Aspettiamo i primi italiani di questa 1001 Miglia 2021, tra quali c’è anche l’amico Claudio Colombini. Poco dopo le 18,00 arrivano

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Serviamo i randagi; uno scambio di battute con Claudio: “ti aspettavo prima, sei in ritardo” –  “il percorso è un po’ impegnativo, sai com’è”. 
Un veloce sguardo ai controlli che precedono il nostro, il grosso dei randagi arriverà domani, anzi tra il pomeriggio e la notte. Decido di andare a riposare per ritornare l’indomani alle h. 6,00 e fare tutta una tirata. 

Venerdì 20 agosto 

Di buon’ora sono a Massa Finalese. Intorno alle h. 8,00 arriva la prima tra le donne della 1001 Miglia 2021, Evelyn, sorridente, il volto mostra qualche segno di fatica ma è evidente che le lunghe distanze sono il suo pane quotidiano.

1001 Miglia 2021

Si concede una sosta ristoratrice e quando riparte non manca di ringraziarci per quanto stiamo facendo.  Arrivano Laura e Nadia, le prime tra le randagie italiane,

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e, poi, ancora Stefano, Ivan, volti conosciuti, amici con i quali qualche tratto di randonnee lo abbiamo pedalato insieme. Davvero un piacere rivederli e sapere che riusciranno a portare a termine questa immensa impresa. La mattina scorre tranquilla, i passaggi sono molto diluiti nel tempo, chi arriva solo, chi a piccoli gruppetti di tre/quattro randagi.

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Intanto i ragazzi del Team 9, organizzati quasi come una catena di montaggio, mano a mano si susseguono gli arrivi, nel giro di pochissimi minuti fanno accomodare i randagi e li rifocillano con riso, frutta, crostatine, coca cola e caffè. E doppia razione per chi non riesce a placare i morsi della fame!

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Nel pomeriggio gli arrivi si fanno più ravvicinati; io e Angela, munite di smart phone, ci dedichiamo alla lettura dei QR code stampati sulle targhette applicate alla bici.

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Comincio a leggere sui loro volti le espressioni di fatica, sollievo per la sosta, e il piacere di vedere ad accoglierli volti conosciuti. Mi soffermo per un momento ad osservare le maglie e mi  rendo conto, ancora una volta, di quanto il movimento randagio abbia preso piede in Europa e nel mondo: Belgio, Danimarca, Ukraina, Romania, Stati Uniti e manca l’Asia causa covid. Ci si capisce solo guardandosi negli occhi e decifrando le espressioni del volto: comprendo subito chi ha bisogno di dormire o chi vuole mangiare all’istante.

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Oppure la necessità di caricare i dispositivi elettronici: garmin in mano, una spina, un power bank. Non c’è bisogno di chiedere che già indichiamo le ciabatte dove possono attaccare i loro smart phone e ciclocomputer. 

Il Team 9 è perfettamente coordinato: “Cinzia, Angela, in quanti sono arrivati?” – “Sono in tre”. 30 secondi e il cabaret è già pronto. I randagi vorrebbero servirsi da soli: no ragazzi, siete stanchi, sedetevi che ci pensiamo noi. Qualcuno rimane stupito. 
Alla sera cominciano ad arrivare a gruppi più numerosi. Alcuni hanno il volto stravolto dalla stanchezza e dal sonno arretrato. In diversi chiedono di potere usufruire della palestra per poter riposare. Li aspetta un’altra notte a pedalare per la piatta pianura padana. Il tempo per arrivare a Parabiago, entro le h. 10,00 di domenica mattina, c’è tutto, quindi, perché affrettarsi oltremodo? Meglio rimettersi in forze e ripartire dopo qualche ora.
Ma ecco che arriva il mitico Mirco, finalmente riusciamo a fare due chiacchiere in tranquillità 

E ancora Monica, Marilena, Paola.

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Capisco che la presenza al controllo di randonneur come me, Angela, Graziano, Lorenzo, Eros, Carmine, Carla, Giuliano e Daniele è davvero tanto apprezzata. Infatti chi ci conosce personalmente o virtualmente (potenza dei social), dopo un primo appunto (a volte piccato se non arrabbiato) in ordine alla non facile individuazione del luogo del controllo, passa immediatamente ad un caloroso saluto e ci esprime la contentezza di vederci lì ad accoglierlo. Quasi che la presenza di chi sa cosa significhi pedalare per centinaia di km sia, in qualche modo, rassicurante. Per me è sempre stato così, incontrare un volto amico mi da sollievo, posso raccontare cosa sto vivendo e, perché no, posso pure lamentarmi liberamente. Comprendere la fatica, leggere sui volti di essere quasi al limite delle forze, non ribattere agli sfoghi sulle difficoltà incontrate o su qualche pecca organizzativa (perché, per quanto si faccia il possibile, qualcosa che non va ci sarà sempre) ma, semplicemente, porsi in ascolto e, poi, rassicurare e cercare di accogliere al meglio. Ecco io questi aspetti li ho sempre apprezzati tanto in chi mi attendeva ai punti di controllo. Spero che la nostra presenza e il nostro operato siano stati percepiti in questo modo.

Sabato 21 agosto: la notte

 

Più passa il tempo e più ci inoltriamo nella notte, rivedo me stessa in chi arriva, percepisco la stanchezza che anche io tante volte ho provato, e anche i dubbi di riuscire a portare a termine la randonnee. Ma sì, più volte lancio un occhio all’orologio, faccio un rapido calcolo sulle ore ancora a disposizione e mi sento di rassicurare tutti sulla concreta possibilità di arrivare a Parabiago nei tempi prestabiliti.

La notte è foriera di tanti incontri: passa William, randagio modenese, Francesca e Gaspare di Bologna, Stefano, il Capitano Pino con tutto il suo gruppo di compagni di pedalata (Gennaro, Luigi, Claudio ecc.), Aurora, Maria Grazia, Daniele e tanti altri di cui non ricordo il nome (la memoria comincia  a fare difetto).

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Siamo alle prime ore di sabato mattina, è da lunedì pomeriggio/sera che pedalano questi randonneur, alcuni di loro hanno trovato difficoltà a localizzare il nostro punto di controllo, qualcuno ci riferisce che qualche randonneur si sta aggirando per Massa Finalese. Immediatamente un volontario del Team 9 parte in bici a va a recuperarli per indicargli la strada. Chi arriva mi fa notare questa pecca, qualcuno ci mette un po’ troppa foga, ma va bene così, ci sta anche l’arrabbiatura, anche a me è successo. 
Sono, ormai, le 6,00 di sabato mattina, contiamo circa 40 bicicletta parcheggiate, molti stanno dormendo, qualcuno sta mangiando, altri si apprestano a ripartire.

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Gli arrivi si stanno esaurendo, io comincio ad accusare la stanchezza di quasi 48 ore di presenza. E’ tempo di rientrare a casa.
Mentre sono al volante della mia auto penso che questa 1001 Miglia 2021 avrei voluto pedalarla ma bisogna accettare che la vita ci impone delle scelte obbligate, e non sempre è possibile fare ciò che si vorrebbe. Allora, come scrivevo all’inizio di questo post, si può cercare di costruire qualcosa di alternativo per continuare a coltivare le proprie passioni. 

La presenza al controllo di Massa Finalese è stata, per me, un partecipare ugualmente alla 1001 Miglia 2021 in forma diversa, aspettandovi e accogliendovi tutti quanti. E attraverso di voi, vedendovi arrivare e ripartire, osservando le espressioni di gioia e fatica sui vostri volti, è come se anche io l’avessi pedalata.

Non posso che ringraziarvi e abbracciarvi tutti quanti amiche e amici randagi per avermi fatto trascorrere due giornate straordinarie. E, credetemi, mi avete riempito il cuore con i tanti commenti di apprezzamento che ci avete fatto personalmente e con i messaggi che ci avete inviato tramite i canali social. Siete tutti ripartiti da Massa Finalese con il sorriso sul volto. Grazie davvero di cuore e sappiate che siete stati straordinari tutti quanti: sia chi ha portato a termine l’immensa impresa della 1001 Miglia 2021 e sia chi ci ha provato ma ha dovuto ritirarsi anzitempo. 

Arrivederci a tutti sulle strade delle randonnee!

Le foto, quelle belle, i vostri volti, sono state scattate da Daniele Levoni che ringrazio infinitamente per avermi permesso di utilizzarle. Le altre le ho scattate io…lo so, sono una fotografa scarsa.

Written, edited and posted by Cinzia Vecchi “Cinziainbici”

 

 

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3 risposte a “La mia 1001 Miglia 2021 dietro le quinte”

  1. Regalarsi un’emozione aiutando gli altri… Bella idea avvocato.
    Posso solo immaginare il tuo desiderio di essere su una di quelle bici che arrivavano..
    Non ti mancherà il tempo..👍

  2. Eccomi quà,
    ti ringrazio Cinzia per i complimenti, ma i protagonisti delle belle foto, siete voi, voi ciclisti, io ho solo cercato di cogliere quell’ attimo sfuggente, quella piccola frazione di secondo che racconta di tante ore a pedalare e di tanti chilometri percorsi e ‘senza rubare l’ anima’ come credenza di alcuni popoli (ci vorrebbe una faccina che ride, ma non riesco a metterla…)
    Faccio un mia culpa per non aver fotografato i collaboratori del controllo di Massa F.
    Saluti Levvo

  3. Cinzia, anch’,io come te ho dovuto rinunciare alla 1001 pedalata x ripiegare su quella di supporto.
    Facendo la staffetta in moto l’ho sfrontata in modo diverso da te, vivendo in modo più diretto le sofferenze di chi pedalava.
    Peraltro io seguivo i primi, quindi quelli più forti e che dormivano poco per 3 notti.
    Ma per gli ultimi, che hanno saltato 6 notti, la fatica e’ stata molto più devastante, e lo dice uno che la 1001 del 2012 l’aveva finita in 130 ore.
    E’ la seconda 1001 che seguo in moto e si fa fatica e dormendo poco, per cui ogni volta mi chiedo come si faccia a completare un percorso così impegnativo in bici.
    Mi sembra impossibile averlo fatto nel.2012, e come te ho “ripiegato” su questo modo di viverla, meno intenso ma sicuramente appagante.
    Il sogno ovviamente e’ di rifarla in bici, dove spero di incontrare anche te.